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Risparmio gestito: primo semestre positivo a +6,75 miliardi di euro

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Il periodo di incertezza pesa sull’industria del risparmio gestito. Lo certifica Assogestioni nella sua ultima mappa trimestrale, che mostra come il patrimonio gestito dell’industria in questione si attesta a fine giugno a 2.257 miliardi di euro.

Andando nel dettaglio, la raccolta netta trimestrale,  negativa per 4,17 miliardi di euro, è stata rivista lievemente al rialzo rispetto ai -4,42 miliardi di euro delle stime preliminari. Il dato relativo ai primi sei mesi del 2022 resta positivo per +6,75 miliardi di  euro. A fine giugno invece il patrimonio dell’industria del risparmio gestito ammonta a 2.277 miliardi, mentre la raccolta netta risulta negativa nel mese per -1,16 miliardi.

A determinare l’andamento delle masse è soprattutto l’effetto mercato, che per giugno l’Ufficio studi di Assogestioni quantifica in circa -2,8%, in linea con la performance dei mercati finanziari, ancora segnata da continue turbolenze di medio periodo sul fronte economico e geopolitico. Numeri che impallidiscono rispetto a quelli segnati a inizio anno quando nei soli primi tre mesi si è riusciti a sfiorare i 30 miliardi di flussi netti positivi nella raccolta. Praticamente il doppio dello scarto racimolato nel 2020 (+14,5 miliardi).

Le brusche frenate del 2020, segnato dallo scoppio della pandemia, a inizio anno sono sembrate solo un brutto ricordo per il risparmio gestito. Oggi, in un periodo segnato ancora dalle incertezze geopolitiche e dalle turbolenze dei mercati finanziari, l’effetto mercato ha comportato un calo di circa il 7% del patrimonio.

Tornando agli ultimi dati della Mappa trimestrale di Assogestioni, appare limitato l’impatto dell’effetto raccolta, come confermano le sottoscrizioni dei fondi aperti, che mostrano un saldo sostanzialmente invariato, con flussi netti pari a -851 milioni di euro nel trimestre, per un patrimonio gestito complessivo di 1.095 miliardi di euro. Il dettaglio trimestrale di questa categoria macro conferma la dicotomia tra il continuo appetito per i prodotti azionari (+6,4 miliardi) e bilanciati (+1,7 miliardi) da un lato e la disaffezione dai fondi obbligazionari (-9,8 miliardi) dall’altro. Contenute le uscite dai fondi flessibili (-780 milioni). Confermato il saldo negativo delle gestioni di portafoglio che nei tre mesi a fine giugno hanno registrato una raccolta netta di -4,9 miliardi, per un patrimonio gestito di 1.081 miliardi.

La performance dei Pir

Nessuna variazione sostanziale per i Piani Individuali di Risparmio (Pir): tra aprile e giugno hanno avuto deflussi per 195 milioni, mentre i Pir alternativi hanno visto afflussi netti positivi pari a 152 milioni, per un saldo complessivo negativo di 43 milioni nel periodo. Il patrimonio complessivo, censito sulla base di 65 Pir ordinari e 13 alternativi, risulta pari a 18,9 miliardi.

Strumenti di investimento di medio e lungo periodo, riservati alle persone fisiche, che danno diritto ad un trattamento fiscale agevolato a condizione che siano rispettate alcune limitazioni previste dalla legge con riferimento alla composizione dei portafogli e alla durata dell’investimento, i Pir mirano a collegare i risparmi privati con gli investimenti delle imprese. Lo strumento è concepito per migliorare le opportunità di rendimento per te che investi e, allo stesso tempo, aumentare le opportunità delle imprese di ottenere risorse finanziarie per investimenti di lungo termine, favorendo, infine, lo sviluppo dei mercati finanziari.

La raccolta di Generali

Dalla mappa di Assogestioni emerge che la raccolta netta del gruppo Generali è stata negativa per 3,9 miliardi di euro, pur con un dato positivo dei fondi aperti per 1,765 miliardi. “Il risultato di raccolta registrato dal Gruppo Generali è dovuto principalmente a flussi infragruppo tra le controllate e la capogruppo e al pagamento del dividendo da parte di Assicurazioni Generali spa”, recita una nota del gruppo assicurativo.