Investimenti

Risparmio gestito: nel 2023 salgono le masse ma deflussi sfiorano i 50 miliardi

Il mercato italiano del risparmio gestito archivia un anno, il 2023, con masse in crescita grazie all’andamento positivo dei mercati, ma con raccolta netta negativa (deflussi poco sotto i 50 miliardi di euro) su cui pesano non solo le sottoscrizioni record dei titoli di stato da parte delle famiglie italiane ma anche, per quanto riguarda l’esodo dei prodotti assicurativi, la sfiducia alimentata dal caso Eurovita.

A fare il punto del settore sono dati definitivi della mappa trimestrale di Assogestioni, da cui emerge un valore di patrimonio pari a 2.338 miliardi di euro (+114 miliardi dal dato a fine settembre), ben distante dal record storico raggiunto a fine dicembre 2021 (2.594 miliardi).

Deflussi per 50 miliardi nel 2023

Nel solo quarto trimestre del 2023 con i conti sono risultati in rosso per 15,4 miliardi con deflussi su base annua pari a -49,56 miliardi. Una bilancio riconducibile in primo luogo all’esodo dei prodotti assicurativi (-11 miliardi a fine dicembre e – 33 nel 2023) ma anche dai fondi aperti che, negli ultimi tre mesi del 2023, hanno accumulato deflussi per 8,5 (-22,5 sul totale del 2023). Positivo il bilancio dei fondi chiusi (2,3 nel quarto trimestre, 4 miliardi nell’intero anno).

“Allargando lo sguardo agli ultimi quattro trimestri si nota che, nonostante su tre trimestri la performance sia stata positiva, i flussi si sono mantenuti negativi in tutti e quattro i trimetri rappresentati ed anzi – spiega Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi Assogestioni – sono andati peggiorando nel corso degli ultimi due”.

Entrando nel dettaglio dei fondi aperti, la categoria a maggiore partecipazione di piccoli risparmiatori e famiglie, nel trimestre conclusivo del 2023, il conto più salato dei riscatti lo hanno pagato i flessibili (-8,3 miliardi), per l’intero anno il bilancio è stato negativo per 26 miliardi. Segno meno anche per i bilanciati (rispettivamente -5,7 nell’ultimo trimestre e -17,5 miliardi nell’intero anno), mentre hanno contenuto il passivo gli azionari (-2,6 miliardi in tre mesi e -1 nell’anno).

In netta controtendenza i prodotti obbligazionari che tra ottobre e dicembre 2023 hanno raccolto 7,82 miliardi di euro, per afflussi di nuovi capitali totali di oltre 24 mld euro nell’intero anno.

“Notiamo che i fondi azionari hanno cominciato ad andare in negativo dal terzo trimestre di quest’anno. Sostenuti invece i flussi verso gli obbligazionari, grazie alla performance di raccolta dei fondi a scadenza. Proprio gli afflussi verso questi prodotti hanno supportato la raccolta dei fondi italiani. Per contro i cross-border hanno subito deflussi per circa 7 mld euro”, ha aggiunto Rota.

Guardando ai fondi per tipologia, si segnala la raccolta positiva dei fondi italiani (+1,9 miliardi), spinta dagli afflussi verso i fondi a scadenza di nuova generazione, per contro i cross-border hanno subito deflussi per circa 7 miliardi euro per effetto dei deflussi che hanno colpito i mandati assicurativi di ramo I e ramo III che spesso hanno questi prodotti come sottostante.

Masse gestite aumentano grazie al buon andamento dei mercati

Spostando lo sguardo alle masse gestite, queste ultime hanno toccato quota 2.337 miliardi. L’incidenza delle gestioni collettive sul totale ha superato il 53%, mentre il peso delle gestioni di portafoglio si è attestato al 46,8 per cento.

Per quanto riguarda il patrimonio dei fondi aperti (1.149 miliardi) la gestione è sostanzialmente bilanciata tra obbligazionari (35,4%) e azionari (33%). Seguono le gestioni istituzionali (Fondi pensione e compagnie di assicurazione) con 939 milioni di patrimonio a fine anno pari al circa il 40% del totale, mentre le gestioni di portafoglio per la clientela retail, che detengono masse per 156 milioni (7%) ed i fondi chiusi per 93 milioni (4%).