Società

Quel pasticciaccio brutto di Banca Italease

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*Dietro lo pseudonimo Insider si cela un gruppo di azionisti di minoranza in netto dissenso con i vertici di Banca Italease. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero degli autori e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – L’apparente “assurdità” dell’attuale bassa quotazione di Banca Italease in borsa può dipendere dai seguenti fattori:

– Crollo delle borse mondiali terrorizzate dai buchi finanziari delle principali aziende bancarie dovute all’utilizzo di leve finanziarie (derivati, acquisto di prodotti “tossici” non più commerciabili e assunzione di rischi esorbitanti i patrimoni) che hanno reso ininfluenti ed incapienti i pur consistenti patrimoni netti di dette aziende. Prezzi, pertanto, che non riflettono più assolutamente i valori di bilancio, ma frutto di considerazioni sulla capacità di stare sul mercato e valutazione solo dell’indebitamento.

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Conseguenza: Banca Italease, svolgendo attività di finanziamento con un passivo di circa 20 mld, e con un immagine deteriorata da vicende pregresse è stata particolarmente oggetto di speculazione al ribasso; sono circolati rumors relativi a forti sofferenze sull’attività di leasing;

– Socio di maggioranza che ha subito anch’esso una particolare pressione finanziaria per sostenere, tra l’altro, l’attività di Banca Italease che in momenti di illiquidità del mercato e con un rating deteriorato non poteva ricorrere al normale canale interbancario. Conseguenza: il mercato ha avuto paura che l’azionista di maggioranza non potesse più sostenere Banca Italease.

– Un forte dubbio: che Banco Popolare, una volta visto il forte arretramento del prezzo del titolo Banca Italease (specie dopo il mancato accordo con DZ Bank) ed in un contesto estremamente depresso, abbia deciso di accentuare la caduta e/o di non sostenerlo in nessun modo per farlo arrivare ad un prezzo così basso da tentare un rastrellamento totale, comprandoselo, attraverso un’OPA cioè un’offerta pubblica di acquisto per delistarlo cioè cancellarlo dal listino, ad un costo convenientissimo, offrendo qualcosa in più rispetto ad un prezzo ormai ridicolo, oppure deliberando una fusione per incorporazione in Banco Popolare offrendo un concambio con le sue azioni. Conseguenza: non difesa del titolo, anzi probabile pressione al ribasso per fargli raggiungere livelli di prezzo convenienti per un’OPA. Questo possibile perché i volumi sono bassissimi e basta poco per muoverlo al ribasso, non essendoci compratori.

Ecco perché questo non e’ il suo giusto prezzo:

– Il terrore delle Borse sui titoli finanziari andrà via via attenuandosi e si comincerà a riguardare ai veri valori di bilancio. Emergeranno i reali buchi finanziari e le perdite potenziali, ma anche chi non li ha o ha problemi molto ridimensionati.

Nel caso di Banca Italease i derivati sono stati tutti spesati nel bilancio 2007 (e controllati da Bankitalia anche in una specifica ispezione effettuata dopo il mancato accordo con Dz Bank), non ha titoli tossici perché ha solo fatto finanziamenti in leasing e factoring (fondamentalmente è un bilancio molto più semplice delle banche tradizionali e/o delle investment banks che hanno generato i veri problemi finanziari).

Per quanto concerne i rischi relativi a sofferenze, che senz’altro in questi momenti di crisi finanziaria ed ora anche economica, aumenteranno, e’ meglio precisare due cose: che la quasi totalità delle sofferenze, pregresse ed in itinere, sono relative ad operazioni immobiliari fatte soprattutto nel periodo “d’oro” 2005/2006 con i finanzieri d’assalto Coppola, Ricucci etc, che hanno già pagato un anticipo (almeno 10%) e varie rate, e pertanto, l’immobile risulta già “scontato” di un 15-20% rispetto al valore dichiarato e considerando che in Italia il deprezzamento negli ultimi anni è stato intorno a quelle percentuali, il rischio deprezzamento dell’attivo è relativo.

Inoltre, bisogna considerare che nel leasing, l’Istituto erogante rientra immediatamente nella disponibilità del bene e non deve perseguire lunghi iter procedurali come sono costrette le banche tradizionali.

– La paura di non poter più avere sostegno finanziario per l’attività, avendo ancora un rating basso, e specie dopo il mancato accordo con DZ Bank, è in gran parte rientrato perché ottenne dalle banche controllanti, subito dopo il mancato accordo con DZ Bank una linea di credito di 2 mld, che peraltro non ha ancora utilizzato, ed inoltre ha effettuato pochi giorni fa una “cartolarizzazione” per 1,3 mld su suoi crediti a tasso favorevole.

Inoltre Banca Italease sta perseguendo una politica di bassa crescita di nuove operazioni (con eliminazione di operazioni immobiliari specie di importi elevati, concentrandosi su leasing di piccolo taglio, con maggiori spread unitari) gestendo i finanziamenti in corso.

– Il dubbio in merito alla possibile OPA e relativo delisting da parte di Banco Popolare, è il vero pericolo, ed è anche la “dimostrazione” che il prezzo di Banca Italease non è congruo: ai prezzi attuali (1,2) il valore complessivo di Banca Italease è di 200 mln di euro. Nell’attivo sono contabilizzati immobili di proprietà, liberi da qualsiasi vincolo, ad un valore storico di 278 mln che Banca Italease ha deciso di vendere, affidando all’advisor Lazard per un valore di 400 mln (ha già venduto un pezzo della sede di Milano per 14 mln che aveva in carico a bilancio per 4 mln).

Ha un capitale sociale di 870 mln ed un patrimonio netto (capitale sociale + riserve) per 1.330 mln. Al 30.9.08 ha realizzato un margine d’intermediazione di 249 mln ed un utile al lordo delle imposte di 58 mln, che vorrebbe dire un utile di 77 mln annuo. Rispetto all’attuale valutazione di 200 mln vorrebbe dire il 38%, cioè ci vorrebbero solo 3 anni di utile per ricomprarsi l’intera azienda.

Lanciare un’OPA a questi prezzi (costo 200 mln) potrebbe significare che se si liquidasse l’azienda si ricaverebbero circa 400 mln dalla vendita degli immobili, poi si venderebbe a qualche operatore l’attività di factoring, a qualcun altro l’attività di leasing, senza considerare i mutui. Se consideriamo che DZ Bank valutava le sole attività di leasing e factoring 615 mln.

Al 30.9.08, inoltre vi erano all’attivo 462 mln sui c/c e 136 mln di titoli. In pratica dalla liquidazione pura e semplice della società si ricaverebbero teoricamente: 400mln da immobili + 615 mln da attività di leasing e factoring + 600 mln tra cassa e titoli = 1.615 mln cioè 8 volte più del valore attuale.

La storia di questa istituzione finanziaria e’ sempre stata abbastanza ingarbugliata. Banca Italease, nata nel 1968 per iniziativa di varie banche popolari (ad oggi Banco Popolare è il maggior azionista con circa il 30% ed insieme a Banca Pop. di Sondrio, B. Pop. Emilia Romagna, B. Pop. Mi., Mps e Reale Mutua Ass. detiene il 49%, di cui il 37% in un patto di sindacato) è divenuta banca nel 1995; è leader del leasing e del factoring in Italia (terza societa’ in entrambe le discipline, dopo essere stata la prima nel leasing per vari anni e fino al 2007).

Nel 2007 ha vissuto una profonda trasformazione dovuta alla gestione spregiudicata e fraudolenta dell’AD Faenza. Dopo varie ispezioni e verifiche interne ed esterne (Bankitalia, Consob, GDF) veniva nominato un nuovo management (Benassi presidente e Massimo Mazzega AD). Il titolo quotato in borsa dopo aver raggiunto un massimo a 58 € scendeva rapidamente intorno a 12 €.

Nel novembre 2007 veniva effettuato un aumento di capitale di 700 mln di € per coprire le perdite (principalmente per chiudere tutte le posizioni in derivati) e per rilanciare l’attività industriale, il tutto ad un prezzo per azione di 9,1 € (5,16 di valore nominale + 3,94 come sovraprezzo per pareggiare il valore di libro, netto patrimoniale) valore prudenziale secondo le raccomandazioni di Bankitalia.

Il 1° trimestre 2008 chiudeva con un utile lordo di 27,7 mln (contro una perdita di 525 mln dell’intero 2007), che diventava di 58 mln al 30.9.2008.
A fine gennaio 2008 Banca Italease dava mandato a Rothshild spa per la ricerca di un partner strategico, ed il 30 giugno 2008 comunicava che aveva avviato trattative in esclusiva con VR Leasing del gruppo DZ Bank (quinta banca tedesca). Dopo un’attenta due diligence sul bilancio e sulle singole pratiche, il 10 ottobre 2008 Banca Italease comunicava l’accordo al fine di realizzare una societa’ comune dove Banca Italease apportava il 43% delle sue attività pari a 10 mld di € (8 di leasing e 2 di factoring) ed un passivo di 9,7 mld, e VR Leasing un controvalore in denaro di 369 mln.

Nella newco costituente Banca Italease avrebbe avuto il 40% e VR il 60% con un’ulteriore esclusiva di acquisire il restante 40% per altri 246 mln, per un totale, quindi, di 615 mln, a fronte di un netto patrimoniale per Italease di 300 mln (10 mld di attivo – 9,7 mld di passivo). In termini di prezzo equivarrebbe a circa 16 € per azione.

L’accordo sarebbe stato stipulato il 30.11.08. In maniera del tutto inaspettata, il 27 novembre DZ Bank dichiarava che recedeva dalla lettera di intenti, senza una determinata motivazione ma da ricondursi presumibilmente alle “attuali incertezze di mercato” secondo quanto dichiarato dai vertici di Banca Italease (usci’ un articolo su Il Sole 24 Ore). Si è scoperto, pertanto, che la lettera di intenti comunicata come in esclusiva, era in realtà in esclusiva solo per Banca Italease e, cosa ancora più grave, non prevedeva nessuna penale per i tedeschi, dopo dieci mesi di trattative, aprendo tutti i segreti del bilancio e delle pratiche, e con squadre di esperti e costosi Advisor come Rothschild e Goldman Sachs, tutto si esaurisce in un laconico comunicato e senza una termination fee.

Andamento del prezzo del titolo: dopo i 12 € di fine 2007 (in occasione dell’aumento di capitale) scendeva a 9-10 ad inizio 2008, e successivamente continuava a scendere fino a 5 (con un momentaneo rialzo in occasione del primo annuncio dell’avvio di trattative con Dz Bank). Poco prima del successivo annuncio dell’accordo il titolo rimbalzava fino a 8 mantenendosi in quell’area fino a luglio. In piena estate si manteneva in un’area più bassa compresa tra 5 e 6,2, mentre da fine settembre iniziava una discesa fino a 3, ripresa breve ma violenta sino a 4,2, e dopo la rescissione dell’accordo costante discesa fino a 1,2 attuale.

Azioni intraprese: dopo aver partecipato ed essere intervenuto all’assemblea dell’aprile 2008 a Milano in cui ricevevo ampie rassicurazioni sull’andamento economico e finanziario, nonché sulla completa risoluzione delle pratiche con i derivati, e sulla possibilità di sviluppare accordi con partners per l’attività industriale, non nascondo di aver avuto anche un’ottima impressione sulla competenza e capacità del management.

A seguito della “strana” vicenda dell’accordo con Dz Bank, che venne preceduto a maggio e giugno da vari articoli di giornale, anche su presunti altri accordi (con GE, JC Flowers etc.), e senza che mai sia apparso un comunicato di alcun genere da parte di Italease, anche sulla gestione aziendale che procedeva bene (come da relazioni trimestrali successive), e questo per contrastare l’andamento del titolo che scendeva costantemente, il mio atteggiamento e quello di alcuni miei colleghi è mutato nei confronti del management e soprattutto verso l’azionista di maggioranza Banco Popolare, legittimando dubbi ed alimentando perplessità in ragione dell’inerzia e dell’indifferenza rispetto al titolo.

E’ stato notificato, in data 12.8.2008 ricorso ex art. 700 R.G. n. 30752/08 sia a Banca Italease che al Banco Popolare affinché il Tribunale di Napoli accertasse la responsabilità delle stesse Banche per asimmetria informativa rispetto agli altri azionisti (alle trattative con DZ Bank infatti oltre all’AD di Banca Italease, partecipò anche il dr. Minolfi di Banco Popolare, e non a caso a fine novembre Dz Bank ha telefonato all’AD di Banco Popolare dr. Innocenzi per comunicare la disdetta dell’accordo).

Dopo una prima udienza del 3 settembre 2008 in cui gli avvocati di B. Pop. eccepivano la sede di competenza che doveva essere Milano e negando coinvolgimenti del Banco Popolare, la materia del contendere veniva meno poiché il 10.10.08 Banca Italease comunicava i termini dell’accordo.

E’ in corso di notifica al Tribunale di Milano atto di citazione contro Banca Italease e Banco Popolare per accertare e dichiarare la responsabilità nella determinazione della asimmetria informativa, ed il loro modus operandi che ha cagionato danni anche in relazione all’omissione di una clausola risarcitoria in luogo di recesso degli accordi sottoscritti.

Considerazioni finali:

La scelta di acquistare Banca Italease era basata su un’analisi dei valori fondamentali di bilancio, considerando che, dopo la “bufera” della gestione precedente, si era fatta chiarezza sui dati poiché verificati da Organi Ufficiali (Bankitalia, GDF, Consob,) e quindi davano garanzia di regolarità e trasparenza; nomina di nuovi amministratori consigliati da Bankitalia a garanzia di tutela futura dei numeri.

Acquistare, pertanto, ad un prezzo (dell’80% in meno dai suoi massimi di 58€) e di circa il 20% in meno del prezzo “prudenziale” dell’aumento di capitale e del patrimonio netto, e con un piano industriale che avrebbe riportato in utile l’azienda. Questo ragionamento era suffragato anche dal fatto che era assai probabile l’intervento di un partner finanziario che avrebbe comprato basandosi su dati di bilancio e non su isterie di prezzo di mercato; cosa che è avvenuta poiché DZ Bank ha firmato la lettera di intenti ad un prezzo riconducibile a 16 €.

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10/03: Precisazioni di Banca Italease su notizie stampa

Su richiesta della Consob e in relazione alle odierne indiscrezioni di stampa relative all’andamento della qualità del credito del Gruppo, ed ai prefigurati effetti patrimoniali, Banca Italease rileva che la dimensione e la complessità degli eventi macroeconomici manifestatisi negli ultimi mesi del 2008 e all’inizio del 2009, estendendo la crisi dell’industria finanziaria all’economia reale sia a livello mondiale che nazionale, stanno influenzando significativamente l’evoluzione del profilo di qualità del portafoglio crediti del Gruppo, con particolare riguardo alla dinamica degli incagli, caratterizzato anche dalla presenza di grandi esposizioni riconducibili al settore immobiliare.

Banca Italease comunica che le risultanze relative all’andamento della qualità del credito del Gruppo, ad oggi in corso di elaborazione, saranno oggetto di specifico esame da parte del Consiglio di Amministrazione previsto per il prossimo 13 marzo, precisando comunque che l’affermazione di stampa circa l’azzeramento del patrimonio netto della Banca non trova fondamento.