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Processo Twitter-Musk, l’ex capo della sicurezza testimonierà contro il social media

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Dopo le indiscrezioni, è arrivata la conferma ufficiale: Elon Musk ha chiesto formalmente la comparizione di Peiter Zatko, ex capo della sicurezza di Twitter, al processo contro la società che cinguetta.

La deposizione di Zatko dovrebbe essere fissata per il 9 settembre, un mese prima del processo vero e proprio, che dovrebbe iniziare il 17 ottobre prossimo. Nel documento ufficiale con cui viene richiesta la deposizione di Zatko, Musk e i suoi avvocati specificano che questi dovrà esprimersi anche sul sistema di conteggio degli utenti attivi di Twitter, la ragione ufficiale per la quale Musk si sarebbe tirato indietro nell’acquisizione del gruppo.

Zatko potrebbe dunque rivelarsi l’uomo-chiave della difesa dell’uomo più ricco al mondo, dal momento che tempo fa aveva accusato Twitter di aver ignorato il problema dei bot e degli account falsi. Musica per le orecchie di Musk, che proprio per l’incertezza sul numero di account falsi vuole far saltare il suo accordo per comprare il social per 44 miliardi di dollari.

Chi è Peiter Zatko

Noto negli ambienti informatici con il suo nome da hacker, ovvero Mudge, Zatko ha lavorato per organizzazioni governative statunitensi e ricoprendo ruoli delicati dopo gli attacchi dell’11 settembre. Per Twitter ha svolto il ruolo di capo di sicurezza per poco più di un anno. Ma è poi stato licenziato lo scorso gennaio per scarso rendimento.

L’ex manager ha descritto la società come caotica e senza timone, incapace di tutelare in modo appropriato i suoi 238 milioni di utenti giornalieri, incluse le agenzie governative e i capi di stato. E l’ha accusata di aver violato l’accordo con la Ftc (Federal Trade Commission, l’authority Usa per le telecomunicazioni) del 2011 sulla protezione dei dati degli utenti, di aver ingannato le autorità sull’identificazione e la rimozione degli account falsi o spam, inclusi quelli che potevano essere usati per le interferenze estere e la disinformazione. Zatko si è spinto fino ad accusare Twitter di aver nei suoi libri paga agenti stranieri con “accesso diretto ai dati degli utenti“.

C’è chi sospetta che Mudge possa aver agito per ripicca. Che sia vero o meno, resta il fatto che il suo è uno dei profili più adorati nel mondo della sicurezza informatica. E’ considerato tra i massimi esperti della rete. Una volta disse che lui il suo team avrebbero potuto mettere fuori uso Internet in tutto il mondo in meno di 30 minuti.

La battaglia giudiziaria tra Twitter e Musk

Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha accettato in aprile di acquistare Twitter e di delistarlo da Wall Street, offrendo 54,20 dollari per azione e promettendo di allentare la vigilanza sui contenuti e di eliminare gli account falsi.

Poi a luglio lo stesso Musk ha dichiarato di volersi ritirare dall’accordo, spingendo Twitter a intentare una causa per costringerlo a portare a termine l’acquisizione.

Il passo indietro di Musk è stato giustificato dalla mancata trasparenza del social media sul numero di account falsi presenti sulla sua piattaforma e sostiene che fino al 30% degli “utenti attivi giornalieri monetizzabili” di Twitter, o mDAU, potrebbero essere account di spam o bot. Il social media, dal canto suo, ha ribadito di non aver mai mentito sul numero di account falsi, che ha dichiarato essere inferiori al 5%.