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Pensione futura? Proiezioni Inps a portata di Spid (Podcast)

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Il tema della riforma pensionistica rimane sul tavolo del Governo Draghi, con diverse opzioni da definire e diversi dubbi ancora da sciogliere. In attesa che la nuova riforma prenda definitivamente forma, i più giovani o comunque coloro che hanno ancora diversi anni di lavoro davanti a loro possono sfruttare questo periodo per guardare alla pensione futura con più consapevolezza e responsabilità.

Uno strumento, che permette di valutare le aspettative realistiche, è “la mia pensione futura”. Si chiama così il servizio dell’Inps che permette di simulare quale sarà presumibilmente la pensione al termine dell’attività lavorativa. Il calcolo si basa sulla normativa in vigore e verte su tre elementi fondamentali: l’età, la storia lavorativa e la retribuzione/reddito. Un servizio lanciato nel 2015 dall’Inps guidato da Tito Boeri, periodo in cui vennero inviate a una ristretta platea di italiani le famose “buste arancioni” contenenti la previsione della pensione futura.

Vale la pena ricordare che il sistema pensionistico italiano è diventato da diversi anni contributivo e quindi le pensioni future dipendono da quanto si è versato durante la vita lavorativa. Per questa ragione è importante avere tutte le informazioni sulle risorse sulle quali si potrà contare nella “seconda fase della vita”. Una consapevolezza che può permettere sin d’ora al contribuente di organizzare, gestire e orientare al meglio (e per tempo) le scelte in tema di investimenti e risparmio ma anche in termini di tutela e protezione. Si tratta di un passaggio chiave che, se ben gestito, può permettere di mantenere un tenore di vita adeguato anche dopo la fine dell’attività professionale.

Uno sguardo sulle implicazioni future

L’iniziativa permette di controllare i contributi che risultano versati e comunicare all’istituto previdenziale i periodi di contribuzione mancanti tramite la funzionalità di segnalazione contributiva; ma anche conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata oltre a calcolare l’importo stimato della pensione “a moneta costante”, cioè al di là dell’andamento dell’inflazione. È così possibile effettuare una stima del rapporto fra la prima rata di pensione e l’ultimo stipendio (tasso di sostituzione) e ipotizzare la sospensione del lavoro, inserendo la data in cui interrompere l’attività lavorativa.

Tra le opportunità anche quella di modificare la previsione del Pil futuro (+1,5% oppure +1% di incremento annuo nel medio-lungo termine) e il proprio andamento retributivo/reddituale annuale (da 0% – assestato a 5% – brillante). I servizi sviluppati attorno al progetto sono diversi: è presente anche l’opzione di scegliere il fondo su cui basare la simulazione.
Nella sezione del sito dedicata il contribuente può costruire la propria futura pensione confrontando diversi scenari ed effettuando simulazioni. Tra le varie funzioni, c’è la possibilità di verificare l’incidenza di retribuzioni diverse modificando la retribuzione dell’anno in corso e l’andamento percentuale annuo; stimare l’effetto economico di un posticipo variando la data di pensionamento; e infine combinare le variabili della retribuzione e della data di pensionamento.

Attivare lo Spid in pochi click

Se quando è partito il servizio “la mia pensione” era necessario attivare un Pin per la simulazione, adesso l’accesso avviene anche tramite Spid, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Grazie al quale si può accedere in maniera veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali. Nella sostanza si tratta di una unica credenziale (username e password) che rappresenta l’identità digitale e personale di ogni cittadino, con cui è riconosciuto dalla Pubblica Amministrazione.

Secondo i dati dell’Osservatorio Digital Identity della School Management del Politecnico di Milano, nel 2021 sono più che raddoppiate le identità Spid rilasciate alla popolazione, raggiungendo un totale di 26,1 milioni di utenze attive a fine ottobre (erano 12,2 milioni a ottobre 2020), con oltre 431 milioni di accessi nel corso dell’anno (il triplo rispetto a un anno fa). Insieme al numero di identità digitali attivate, cresce anche l’effettivo uso. Nel primo semestre l’incremento è stato del 10% mese su mese, +5% nel terzo trimestre. I servizi maggiormente utilizzati sono stati quelli offerti da Inps, app IO e Agenzia delle Entrate.

Tornando all’attivazione dello Spid, per ottenere le credenziali bisogna scegliere tra i gestori di identità digitale abilitati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (l’elenco è presente sul sito www.spid.gov.it). Serve un documento di riconoscimento italiano, la tessera sanitaria o il codice fiscale, oltre a un indirizzo mail e a un numero di cellulare.  Accedi al sito di uno dei gestori di identità digitale (Identity Provider) riconosciuti e vigilati da AgID. Per procedere bisogna poi registrarsi ed effettuare il riconoscimento. Una volta ultimato questo passaggio, con lo Spid in mano è possibile accedere a tutti i servizi Inps tra cui “la mia pensione futura” e cominciare a spulciare dati, informazioni e pianificare il futuro pensionistico con più attenzione.