Economia

Inflazione, per il MEF frenerà in Italia nella seconda metà dell’anno

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L’inflazione dovrebbe frenare nella seconda metà dell’anno. Inoltre, nonostante un inizio d’anno al rallentatore, l’economia italiana dovrebbe chiudere il 2022 in linea, se non al di sopra della previsione media annua del Def (Documento di economia e finanza), ovvero del 3,1%. Sono le ultime stime del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) presenti nell’introduzione al programma di emissione di titoli pubblici nel terzo trimestre dell’anno, secondo cui, nel secondo trimestre, il Pil “ha ripreso slancio dopo una partenza lenta”.
Più complicata la seconda metà dell’anno, che “si presenta più sfidante, anche per via della salita dei tassi di interesse e dello spread, ma la crescita trimestrale del Pil dovrebbe rimanere lievemente positiva”.

Pur in un quadro di volatilità, nella rilevazione sui Conti economici trimestrali, l’Istat ha recentemente corretto al rialzo la stima preliminare sull’andamento del Pil nei primi tre mesi di quest’anno. Da un rallentamento congiunturale dello 0,2%, delineato a fine aprile l’istituto statistico ha effettuato una correzione al rialzo nella stima definitiva (+0,1%), che ha preso in considerazione l’apporto del comparto servizi, che nelle valutazioni preliminari era stato sotto rappresentato. È stato così allontanato lo spettro di una recessione tecnica, che si verifica quando il Pil trimestrale è inferiore a quello del trimestre precedente per due volte di seguito.

Target deficit/Pil pienamente raggiungibile

In questo scenario, l’obiettivo di un rapporto deficit Pil al 5,6% a fine anno è “pienamente raggiungibile”.

“Nei primi cinque mesi dell’anno – si legge nel dettaglio – il fabbisogno è risultato assai contenuto. Anche alla luce di un andamento dell’economia quantomeno in linea con quanto previsto nel Def, l’obiettivo di deficit della pubblica amministrazione per il 2022, fissato al 5,6% del Pil nel Def, è da considerarsi pienamente raggiungibile, così come, su un orizzonte più lungo, l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento netto sotto il 3% del Pil entro il 2025”.

Inflazione in frenata nella seconda metà anno

Per quanto riguarda invece l’inflazione, per quanto prevista, in decelerazione nella seconda metà dell’anno resterà “elevata in confronto agli anni scorsi e vulnerabile a nuove impennate dei prezzi energetici”.

Più di recente, all’impulso inflazionistico derivante dal comparto energetico si è aggiunto l’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari causato dalla guerra in Ucraina. Il Mef ricorda che il Governo, “già dallo scorso anno, ha risposto al repentino aumento dei prezzi dei prodotti energetici con misure di contenimento dei costi di gas ed energia elettrica per gli utenti. Parte dei provvedimenti ha contribuito in via diretta a contenere la dinamica dei prezzi“.