Economia

Pil Italia: si interrompe contrazione durata due anni

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ROMA (WSI) – Nel terzo trimestre del 2013, il Pil italiano ha riportato una flessione su base annua -1,8%. Lo ha riportato l’Istat. Il dato solleva nuovi dubbi sull’eccessivo ottimismo del governo Letta, che aveva parlato di miglioramenti verso la fine dell’anno e in generale nel secondo semestre.

Detto questo, il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell’1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2012. Si tratta della prima variazione trimestrale non negativa dopo otto trimestri di cali consecutivi, dunque dopo praticamente due anni.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono scesi, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono salite +2% e le esportazioni +0,7%.

Prima del dato relativo al Pil è stato reso noto quello sulla produzione industriale, che a ottobre ha segnato una crescita +0,5% rispetto al mese di settembre, registrando l’incremento, il secondo consecutivo, più forte da gennaio. Secondo l’analista di ING Paolo Pizzoli l’uscita dal tunnel della recessione è più vicino per l’Italia dopo questi numeri e dopo la revisione al rialzo dei dati sul Pil.

È il capitolo della domanda ad offrire qualche sorpresa. I consumi privati e la formazione di capitale lordo hanno sottratto ciascuno lo 0,1% dalla crescita trimestrale, rispettando le aspettative, ma il contributo positivo proveniente dalle esportazioni nette (0,4%) ha spiazzato in positivo il mercato. In particolare ha fatto bene l’accelerazione più alta del previsto dell’offerta, che ha contribuito per lo 0,6% alla crescita.

A incoraggiare Pizzoli è stato il miglioramento della produzione in ottobre, definita “un buon inizio di trimestre”. Tuttavia, c’è poco per cui brindare se si pensa che su base annua la produzione industriale è scesa per la 26esima volta, anche se la caduta ha frenato allo 0,5% (corretto per effetti di calendario), il dato migliore dall’agosto del 2011. ING prevede che il Pil metta a segno un incremento dello 0,2% nel quarto trimestre, sancendo a quel punto la fine del periodo di recessione.