Investimenti

Per Gabetti nell’immobiliare c’è ancora spazio per crescere

Numerosi fattori contribuiscono a sostenere il real estate nelle aree più dinamiche del Paese e i prezzi sembrano destinati a salire ancora. Ne abbiamo parlato con l’ad di Gabetti

 
La recente acquisizione di un palazzo a Milano, in via Montenapoleone per 1,3 miliardi di euro, da parte della holding del lusso Kering  ha riportato l’attenzione sulle prospettive del mercato immobiliare. Questa operazione, la più elevata di sempre per un singolo asset, potrebbe aprire nuovi scenari. Per capire cosa sta succedendo ne abbiamo parlato con Roberto Busso, amministratore delegato di Gabetti.

Busso, la recente acquisizione di Kering a Milano ha creato molto scalpore. Che prospettive ci sono per l’immobiliare in Italia?
La particolare posizione dell’immobile (nel centro del quadrilatero della moda, ndr) colloca l’operazione di Kering in un segmento particolare del mercato e non può essere considerata un benchmark per tutto il settore. Si tratta di un caso atipico ma in ogni caso sottolinea che l’Italia è competitiva per gli operatori internazionali. L’inflazione è al livello più basso tra i principali Paesi europei mentre i tassi di crescita dell’economia sono tra i più alti. Questo in passato non era mai successo, i fondamentali per il real estate sono quindi buoni soprattutto per gli investitori focalizzati nel medio periodo. Basti pensare che almeno a Milano l’offerta non riesce a soddisfare la domanda e così i prezzi salgono. Magari nei prossimi anni non cresceranno ai livelli del passato ma alcuni fattori, come le prossime Olimpiadi invernali di Milano – Cortina ci fanno guardare al futuro con estrema fiducia. Mi riferisco in particolare al cuneo compreso tra Corso Lodi, il nuovo studentato della Bocconi e Linate. In questa area i prezzi sono destinati a crescere ancora.

Perchè gli investitori internazionali guardano al nostro mercato?

I fondamentali dell’economia che le ho citato prima e i rendimenti del real estate italiano, compresi tra il 5 e il 7,5% e superiori alla media europea, sono elementi che contribuiscono ad attirare gli operatori internazionali. Un punto di redditività di più rispetto agli altri Paesi può sembrare poco ma, se rapportato ad investimenti di centinaia di milioni di euro, rappresenta un elemento da non sottovalutare. In questo momento l’asset class di riferimento è quella dell’hospitality. Ci sono molte operazioni di riqualificazione in corso che daranno vita a nuove strutture alberghiere di grandi dimensioni, con almeno 120 camere. Questo dinamismo è alimentato dal fatto che nelle grandi città italiane si toccano tassi di occupazione del 75-90%, livelli quasi da record. Bisogna poi considerare che il comparto alberghiero è in trasformazione: alcune aree degli hotel che in passato erano considerate solo dei costi, come il ristorante o il bar, adesso sono state trasformate in opportunità di business e accrescono la redditività dell’investimento.

Parliamo di residenziale. I prezzi nelle grandi città continuano a salire mentre in provincia scendono. A cosa è dovuto?

Nell’immobiliare quello che sta facendo la differenza nei prezzi è il livello di connessione di una città con le altre aree del Paese. In questo senso sono avvantaggiate quelle nelle quali c’è una stazione dell’Alta velocità o dove sono previsti nuovi investimenti per le infrastrutture. A breve l’Alta velocità sarà disponibile anche sulle tratte per Genova e Bari  mentre Pavia vedrà a breve un nuovo collegamento ferroviario con Milano. In queste aree i prezzi sono destinati a crescere.

La nuova direttiva Ue sulle case green che impatto avrà?

Gli interventi di riqualificazione hanno sempre un impatto positivo sul valore degli immobili. Saranno penalizzati invece quelli che non rispetteranno gli obiettivi di sostenibilità perchè ritenuti più energivori.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti