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Outlook mercati: come sarà il 2021 secondo UBS

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Diversificare.  Questa la parola d’ordine per gli investitori alla ricerca di rendimenti, secondo gli analisti di UBS Asset Management che hanno presentato ieri l’outlook di mercato per il prossimo anno.

Dopo la pandemia e la recessione globale – secondo gli esperti dell’istituto elvetico –  il 2021 presenta sia opportunità che rischi, in quanto i mercati e i settori stanno attraversando una fase di ripresa non omogenea. È una recessione senza precedenti, con vincitori e vinti, che ha rafforzato i trend mercato esistenti, accelerato i cambiamenti dirompenti apportati da internet e peggiorato la disinflazione del settore dei servizi.

“La recessione, pur essendo stata decisamente profonda e accompagnata da un mercato ribassista, non ha avuto lo stesso impatto su tutti i settori. Molte società sono in ginocchio, ma alcune aree dell’economia non hanno mai riportato performance così positive, fattore che si è tradotto in un’incredibile dispersione dei rendimenti azionari e degli spread creditizi. La ripresa del mercato azionario dovrebbe fungere da reminder per tutti noi del fatto che le valutazioni delle azioni riguardano tanto il tasso di sconto quanto gli utili” ha spiegato Barry Gill, Head of Investments di UBS Asset Management.

“Stimiamo che nel 2021 la ripresa economica dovrebbe proseguire e diventare più solida, considerando il fatto che gli ultimi sviluppi in ambito sanitario permettono all’attività del settore privato di normalizzarsi.
Tuttavia, con i tassi di interesse reali negativi nelle economie avanzate, che probabilmente rimarranno tali per tutto il 2021 e oltre, gli investitori dovranno lavorare più duramente per ottenere rendimenti” ha aggiunto Evan Brown, Head of Multi-Asset Strategy.“In questo contesto caratterizzato da bassi rendimenti per un periodo prolungato potremmo assistere a un incremento dell’interesse per le opportunità offerte da hedge fund multiasset e dagli asset alternativi. Il comparto delle infrastrutture sarà probabilmente uno dei principali beneficiari dei pacchetti di stimoli economici introdotti a livello globale e, all’interno dell’universo quotato, il basso livello dei rendimenti dei titoli di stato dei mercati sviluppati spinge gli investitori ad implementare una visione più globale. A nostro avviso, questo rende particolarmente interessante il debito dei mercati emergenti denominato in dollari, compresi i titoli di stato cinesi”.

Ecco i cinque sviluppi di mercato che, nel corso del prossimo anno, rimodelleranno le scelte future degli investitori:

Aumento dei crimini informatici

Il virus e gli stop dell’attività economiche per contenerne la diffusione hanno portato a un forte incremento della modalità di lavoro da remoto, rendendo alcuni settori/aziende potenzialmente più vulnerabili alle disruption causate dagli attacchi hacker.

L’anno dei vaccini

Lo sviluppo di vaccini altamente efficaci, distribuiti rapidamente, consentirebbero probabilmente un ritorno alla normalità più veloce del previsto, con gli stimoli monetari che restano estremamente accomodanti, portando a una ripresa dei mercati azionari.

Paralisi fiscale

Nonostante un contesto caratterizzato da tassi di interesse e necessità economica estremamente bassi, la paralisi a Washington D.C. e la riduzione dell’interesse per i temi fiscali in Europa si traduce nella mancanza di un sopporto all’economia fino alla diffusione di un vaccino. Questo potrebbe portare a una fase di ripresa a forma di ‘W’ sia per l’economia sia per i mercato globali.

Riduzione del monopolio

Un possibile cambiamento della normativa fiscale e una regolamentazione più severa per i grandi player del settore tecnologico potrebbero indurre un cambiamento importante nella leadership del mercato verso le small cap.

Distensione delle relazioni USA-Cina

La nuova leadership statunitense presuppone l’introduzione di nuovi accordi con la Cina, tra cui la riduzione dei dazi e un allentamento delle restrizioni per le esportazioni di prodotti tech. Il calo dell’incertezza e un quadro commerciale più positivo favoriscono un ingente spostamento di flussi dagli asset dei mercati sviluppati verso quelli degli emergenti.