di Alessandro Saldutti (Scalable Capital)

Perché investire in azioni è l’arma definitiva contro l’inflazione

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Negli ultimi mesi il tema dell’inflazione è stato sulla bocca di tutti. In Italia, secondo l’Istat i prezzi al consumo sono aumentati dell’8% su base annua[1]: a questo fenomeno non corrisponde tuttavia un simultaneo aumento dei risparmi e del reddito. Tutto ciò provoca dunque un forte abbassamento del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane. Tuttavia, esistono una serie di potenziali soluzioni da prendere in considerazione per imparare come proteggere e accrescere il proprio capitale e combattere il fenomeno dell’inflazione.

Inflazione: una realtà complessa da comprendere

Dietro al dato pubblicato dall’Istat si nasconde una realtà più complessa che dipende dalla tipologia di prodotti analizzati. È importante osservare come il traino di questo fenomeno inflazionistico sia rappresentato dagli elevati aumenti dei prezzi dei beni energetici, le cui conseguenze intaccano sempre più anche gli altri comparti merceologici, poiché gli accresciuti costi di produzione si riflettono sulla fase finale della commercializzazione.

In un contesto di crescita del fenomeno dell’inflazione, il ruolo dei mercati finanziari si fa sempre più rilevante. Tre quarti delle famiglie italiane sono risparmiatori netti e danno priorità alla protezione del capitale e ai rendimenti garantiti. Ciò si traduce in oltre 1600 miliardi di euro di risparmi detenuti in conti correnti [2].

Mentre le spese variano notevolmente, i livelli di reddito non si evolvono in modo sincrono, determinando uno squilibrio tra entrate e uscite che può avere un impatto finanziario significativo. Questo tema, e di conseguenza quello relativo alla riduzione del potere d’acquisto, è al centro dell’agenda politica. Molti cittadini si aspettano interventi consistenti da parte del Governo, come il calmieramento dei prezzi delle bollette e l’erogazione di bonus a supporto. Tuttavia, essendo l’inflazione un fenomeno globale, il contenimento delle conseguenze rimane un processo estremamente complicato, soprattutto nel lungo periodo.

Le azioni: un mattone per allineare investimenti e risparmi?

Gli italiani, soprattutto a seguito dello scoppio della pandemia, hanno sempre di più iniziato ad interessarsi ai mercati azionari e al trading online, come testimonia la crescente attività di negoziazione degli investitori. In questo scenario, la partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere, con la quota di investitori che raggiunge il 34%, a fronte del 30% nel 2019[3]: le attività più diffuse sono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (43%), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%).

D’altra parte, la mancanza di risparmi e la difficoltà a far fronte alle spese, conseguenze evidenti dell’inflazione e della crisi economica in atto, continuano a essere il fattore che più di ogni altro scoraggia la partecipazione ai mercati finanziari dei non investitori, anche se in modo meno rilevante rispetto agli anni precedenti. Le attività di investimento, tuttavia, possiedono un forte potenziale e possono rappresentare l’arma vincente per proteggere il proprio patrimonio dall’andamento sfavorevole dei prezzi.

In base alla propria consapevolezza e capacità finanziarie, le azioni possono fornire a ciascun individuo gli strumenti necessari per sincronizzare le proprie entrate ma anche le proprie uscite nel lungo periodo. Tuttavia, occorre tenere presente che, così come la spesa è diversificata anche gli investimenti dovrebbero essere diversificati e soprattutto, che il prezzo di un bene non varia necessariamente allo stesso modo di quello dell’azienda che lo produce.

 

[1] Istat – Prezzi al consumo (giugno 2022)

[2] Consob: Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane; Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani)

[3] Consob – Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane 2021