di Davide Chiantore (Abalone)

Cina ancora fonte di preoccupazioni, meglio Giappone e Australia

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L’Asia in questo momento presenta rischi elevati. Il problema più grande è quello politico: la Cina a nostro avviso nei prossimi mesi e anni diventerà un problema regionale crescente e influenzerà negativamente la sicurezza e la stabilità economica di tutto il continente e soprattutto del sud est asiatico. Taiwan è soltanto uno dei temi scottanti, è soltanto la punta dell’iceberg. L’iceberg vero e proprio è invece l’instabilità interna al partito comunista cinese.

Cina, i motivi delle preoccupazioni

Apparentemente Xi Jinping sembra un dittatore assoluto e in effetti ha poteri enormi. Tuttavia all’interno del partito non gode di un seguito ampio come si potrebbe credere e ci sono politici potenti che non hanno gradito la sua presa di potere a tempo indeterminato e dunque ambiscono ad una sua destituzione.
Questa folta schiera di politici utilizza qualsiasi crisi o tensione interna al paese (covid, crisi immobiliare, crescita dell’inflazione ecc) per alimentare lo scontento della popolazione e Xi sente sempre più spesso la pressione di queste trame di potere.
In risposta abbiamo visto azioni sempre più eclatanti (pensiamo alla scomparsa di Jack Ma del 2020 o all’improvvisa abolizione del business dell’istruzione privata del 2021 che ha scatenato un effetto a catena disastroso sui mercati azionari locali) e a nostro avviso nei prossimi mesi potrebbero esserci eventi drammaticamente violenti con gravi risvolti anche sulla politica estera.

Pertanto in questo momento non guardiamo con particolare interesse ai mercati asiatici. Nonostante le quotazioni azionarie scambino su multipli interessanti pensiamo che la Cina e l’Asia in generale siano più fonte di preoccupazione che di opportunità.

Giappone e Australia

In questo contesto Australia e Giappone potrebbero essere gli unici due paesi interessanti. Il primo per quanto riguarda il settore obbligazionario in valuta: l’Australian Dollar permette di diversificare serenamente il portafoglio in termini valutari e grazie al forte apprezzamento delle materie prime di cui il paese è esportatore ci aspettiamo un rafforzamento della valuta.

Inoltre i bond governativi australiani riescono ad offrire rendimenti leggermente positivi e come se non bastasse sono fra i pochi titoli obbligazionari extraeuropei a non essere strettamente correlati agli andamenti dei tassi stabiliti dalla Federal Reserve. Per quanto riguarda il Giappone ci aspettiamo un miglioramento della crescita interna con effetti positivi sul comparto azionario del paese. Inoltre anche lo Yen è una valuta solida che aiuta a diversificare il portafoglio.

Dunque soltanto sul Giappone a nostro avviso potrebbero esserci prospettive interessanti da un punto di vista dell’asset class azionaria.