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Obama vuol ritirare le truppe Usa dall’Afghanistan (non tutte)

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WASHINGTON (Reuters) – L’amministrazione Obama valuterà il ritiro, nei prossimi 12-18 mesi, dei 30.000 militari extra che ha deciso di mandare a fine 2009, lasciando però ai comandanti la libertà di determinare i tempi del rientro.

Sei settimane dopo che le forze speciali statunitensi hanno ucciso in Pakistan il leader di al Qaeda Osama bin Laden, e con le pressioni sul budget che salgono sul fronte interno, a Washington sta aumentando il sostegno a un’azione decisa per ridimensionare il ruolo Usa in Afghanistan.

Nonostante le violenze record, i comandanti americani rivendicano importanti progressi nel sottrarre porzioni di territorio afghano al controllo dei talebani.

La Casa Bianca attende le raccomandazioni del generale David Petraeus, che guida le operazioni in Afghanistan, sul numero di militari ritirare a partire da luglio.

Ex funzionari e comandanti dicono che il presidente Barack Obama potrebbe annunciare un piano a lungo termine per ritirare i 30.000 militari in più mandati in Afghanistan dopo una revisione della strategia di conflitto decisa dagli Usa a fine 2009.

Un piano del genere consentirebbe ai comandanti sul campo di determinare esattamente quando rimandare in patria i soldati nell’ambito di una precisa tabella di marcia, come è successo con l’Iraq, e sarebbe molto diverso rispetto a quanto atteso, cioè un annuncio questo mese per il ritiro di un contenuto numero di militari entro la fine dell’anno.

Il piano potrebbe placare chi nel Congresso – un crescente numero di repubblicani ma anche democratici – si chiede cosa gli Stati Uniti possano fare in Afghanistan dopo dieci anni di guerra.

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Roma, 14 giu. (TMNews) – Funzionari americani e afgani sarebbero impegnati da settimane in colloqui segreti che avrebbero per obiettivo un accordo per la permanenza di truppe, agenti segreti e aerei statunitensi in Afghanistan ancora per decenni. I negoziati, riferisce oggi il quotidiano britannico The Guardian, si starebbero svolgendo da oltre un mese con lo scopo di raggiungere un accordo di partnership che prevede una presenza militare Usa nel paese asiatico oltre il 2014, data indicata dall’Alleanza atlantica per il ritiro di tutte le truppe combattenti.

Anche le recenti dichiarazioni del segretario di Stato Hillary Clinton, secondo la quale gli Stati Uniti non penserebbero ad alcuna base “permanente” in Afghanistan, secondo fonti ufficiali di Washington si presterebbero a “svariate interpretazioni”. “Ci sono truppe americane in molti paesi da un tempo considerevole, eppure esse non sono considerate truppe permanenti”, ha spiegato una fonte al quotidiano britannico. L’indiscrezione giunge a poco più di una settimana da quanto riferito il New York Times sulle intenzioni del presidente Barack Obama sull’Afghanistan.

Secondo il quotidiano statunitense, il team per la sicurezza nazionale starebbe valutando l’ipotesi di un ritiro del contingente Usa dall’Afghanistan più corposo di quanto preventivato nelle scorse settimane. Alcuni funzionari di Washington sarebbero stati convinti a procedere a questa accelerazione dai costi sempre più elevati della guerra e dall’uccisione di Osama bin Laden: due presupposti che hanno definito come nuove “considerazioni strategiche”. Si tratterebbe comunque di una decisione che non esclude l’ipotesi avanzata dal Guardian sulla base delle fonte contattate.

Gli Stati Uniti potrebbero infatti anche decidere di ridurre rapidamente e considerevolmente il proprio contingente, decidendo di mantenere per anni truppe numericamente più ridotte. Fino ad oggi i responsabili della difesa Usa avevano sempre parlato di un iniziale ritiro del contingente tra i 3.000 e i 5.000 uomini.