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Novo Nordisk supera Lvmh. È la società europea con più valore in Borsa

Il suo nome non è così noto al grande pubblico, ma negli ultimi giorni è salita agli onori della cronaca finanziaria per essere diventata ufficialmente la prima azienda europea per capitalizzazione, battendo il noto big del lusso francese Lvmh di Arnault. Si tratta di Novo Nordisk, e il motivo del successo può essere racchiuso in due farmaci, l’Ozempic e il Wegovy.

Entrambi nati per curare il diabete, le ricerche condotte dall’azienda hanno portato alla scoperta di un effetto collaterale: ovvero quello di far perdere peso. In poco tempo tutti gli indicatori economici sono andati a suo favore, al punto da diventare una colonna troppo importante per l’ economia della Danimarca.

Novo Nordisk, che azienda è e cosa produce

Prima di oggi Novo Nordisk era rinomata per essere tra le prime a specializzarsi nella cura del diabete, oltre che dell’emofilia, dei disturbi della crescita e della terapia ormonale sostitutiva. In piedi da un secolo, nacque infatti dall’unione di Novo Terapeutisk Laboratoriumnel e Nordisk (1925) e di Nordisk (1923), quest’ultimo già allora laboratorio per la produzione di insulina.

Fino al 2012 veniva segnalata come azienda con una capitalizzazione limitata a pari a 72,2 miliardi di euro. Non pochissimo, anche perché parliamo dell’azienda che detiene circa il 48% del mercato dell’insulina a fini terapeutici. Ovviamente ha davanti colossi come Novartis (180 miliardi), o Pfizer (217 miliardi) o addirittura Roche Holding (281 miliardi di dollari).

Poi però trapela la notizia che, durante una serie di ricerche, hanno scoperto che due farmaci utilizzati per la terapia anti-diabetica, Ozempic e Wegovy, hanno proprietà interessanti. L’Ozempic in particolare, se associato a dieta ed esercizio fisico, tratta in maniera soddisfacente negli adulti affetti da diabete di tipo 2 non controllato. Wegony invece, simile a un ormone naturale chiamato peptide-1 simil-glucagone (GLP-1) che viene rilasciato dall’intestino a seguito di un pasto, controlla l’appetito, inducendo una sensazione di sazietà e appetito ridotto, nonché una minore voglia di cibo.

Talmente interessanti che il titolo è salito alle stelle, trasformando l’azienda in una società con 2.900 miliardi di corone danesi, ossia circa 394 miliardi di euro. Nel settore farmaceutico è addirittura seguita dall’americana Johnson & Johnson che si ferma a circa 384 miliardi di dollari, mentre in Europa non ha più rivali: per capitalizzazione di mercato ha addirittura superato il colosso del lusso Lvmh di Bernard Arnault, ovvero il detentore della proprietà del marchio Louis Vuitton.

Il successo di Ozempic e Wegony, i farmaci anti-obesità

Entrambi medicinali per trattare il diabete di tipo 2, il fatto che sia l’Ozempic sia  il Wegony potessero portare alla rapida perdita di peso (il Wegony addirittura del 15% secondo l’EMA) ha reso l’azienda molto appetibile a livello azionario. Anche se è innegabile che parte del successo derivi dal grande endorsement proveniente dalle star di Hollywood, tra cui lo stesso Elon Musk, che si è vantato di averne fatto uso, come ricorda Forbes.

La richiesta è letteralmente esplosa. La stessa AIFA, in una nota ufficiale, ha dichiarato che ci sono difficoltà a reperire il farmaco, anche se non si tratta di un farmaco da banco, ma di uno sotto prescrizione medica: “Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non è possibile stimare con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale”. Probabilmente a trainare la domanda sono anche i giovani, che hanno reso il farmaco una panacea per chi è affetto da obesità giovanile.

Sempre la stessa AIFA avverte: “[…] un utilizzo improprio legato al dimagrimento e senza supervisione medica non fa altro che aumentare il rischio di fare i conti con dei gravi effetti collaterali”. Infatti a luglio, sull’Ozempic e il Wegony, aveva voluto revisionare alcuni dati relativi allo sviluppo di effetti collaterali non legati alla perdita di peso, ma a quella dei pensieri suicidari. Una classe di medicinali nota come agonisti del recettore del GLP-1 (un ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina), sarebbe sotto indagine dell’EMA. Tra questi, appunto, Ozempic e Wegovy.

Il successo azionario e la svolta nell’economia danese

Una capitalizzazione di mercato alle stelle in Europa. L’azienda danese ha, infatti, raggiunto la maggiore capitalizzazione all’interno dell’Euro Stoxx 600, indice che racchiude le 600 delle principali capitalizzazioni di mercato europee. Guardando ai conti del primo semestre del 2023, Novo Nordisk ha riportato 107,7 miliardi di corone danesi di vendite nette (oltre 14 miliardi di euro). E un utile operativo aumentato del 30% in corone danesi a 48,9 miliardi di corone danesi (oltre 6 miliardi di euro).

Va detto che parte della crescita nel primo semestre è dovuta alle vendite di trattamenti contro l’obesità (+157%). Ma sono “a doppio senso”: tra i loro farmaci, le sole vendite del Wegovy in America sono aumentate del 344%. A livello di Borsa il titolo della Novo Nordisk ha registrato una crescita di quasi il 70%. Il prezzo delle sue azioni è infatti volato dal prezzo di 782,80 corone danesi agli attuali 1.327,60 corone danesi.

Sono cifre che dovrebbero rendere felici tutti i danesi: una loro azienda è prima a livello europeo. Invece è proprio per questo motivo che in molti temono uno scenario abbastanza critico, quello della dipendenza economica. E non a livelli minimi: il PIL prodotto dalla Novo Nordisk è tale che la banca centrale danese ha deciso di mantenere i tassi di interesse più bassi di quanto avrebbe fatto altrimenti. In altre parole, c’è Novo Nordisk e c’è il resto dell’economia, come sottolinea Startmag.

Non che manchino le big corporations danesi (Lego, Maersk), ma chi delle due ha una capitalizzazione come quella di Novo Nordisk? E chi delle due ha contribuito nell’ultimo anno alla crescita economica danese del 67%? L’economia danese dovrebbe crescere dell’1,9% nel corso del 2023. Di questi 1,9 punti ben 1,7 sono stati apportati dal settore farmaceutico. Ed è un problema, perché se tutta l’economia dipende da un’azienda, significa che semmai dovesse fare un passo falso, a cadere saranno anche i danesi.