
In una recente intervista rilasciata a Fox News il direttore del National Economic Council, Larry Kudlow, aveva detto che la crescita risolve molti problemi, compreso quello del contenimento del deficit: “Sta scendendo rapidamente”, aveva affermato il numero uno dell’consiglio economico della Casa Bianca. Se fosse vero, l’amministrazione potrebbe rivendicare che la ricetta di tagli fiscali si finanzia da sé grazie agli stimoli sul Pil; purtroppo, i dati disponibili raccontano un’altra storia.
Come ha messo in evidenza un fact-checking del New York Times, il deficit federale è passato dai 665 miliardi al termine dell’anno fiscale 2017 a 804 miliardi nel 2018. Secondo le proiezioni del Cbo, il deficit raggiungerà il 3,9% sul Pil quest’anno (era al 3,5% nel 2017) e il 9,5% nel 2048. Da inizio anno il deficit ha raggiunto, a maggio, quota 532 miliardi contro i 433 dello stesso periodo dell’anno scorso.
L’aspetto interessante della nuova composizione delle finanze pubbliche è che l’aumento del deficit è causato, per la maggior parte, dall’allargamento delle uscite piuttosto che dalla riduzione delle entrate (derivante dai tagli fiscali). Nei primi cinque mesi del 2018 le uscite sono aumentate del 5,9% mentre le entrate sono cresciute appena del 2,5%.