(9Colonne) – Roma, 30 mar – “Se un comportamento contrario al Vangelo è risaputo, se tutti conoscono l’azione di un parlamentare contro la sacralità della famiglia, dargli la comunione diventa un vero scandalo”. Lo afferma l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, in un’intervista a La Stampa. Secondo il porporato “se io sacerdote so che quel parlamentare si dice cattolico, ma nella sua azione politica si comporta in un modo che è del tutto opposto al Vangelo, allora faccio bene a non dargli la comunione. Se non gliela negassi, l’eucarestia verrebbe tramutata in ostentazione e avallo dell’errore”. La pensa diversamente il vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli, che sempre sulle colonne del quotidiano di Torino afferma che “l’ultima istanza resta sempre la coscienza. La Chiesa – argomenta Ceccobelli – non può avere nessun altro tipo di costrizione che fare appello alla coscienza dei singoli”. Dunque, “se un politico agisce contro i valori che noi predichiamo, è la sua coscienza che deve farlo sentire in contraddizione, non un’imposizione o una prescrizione”.
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