15:36 giovedì 2 Marzo 2023

Wall Street in preda a perenne ansia tassi Fed. Salesforce brinda a trimestrale, Tesla KO post Investor Day (-7%)

Wall Street ancora frenata dalla paura di una Fed più aggressiva nella sua lotta all’inflazione, determinata ad alzare ulteriormente i tassi sui fed funds.

Ieri la borsa Usa è stata zavorrata in particolare dal balzo dei tassi dei Treasuries Usa, che sta riflettendo l’ansia degli operatori sulla possibilità di ulteriori strette monetarie più forti da parte della banca centrale guidata da Jerome Powell. Un’ansia che, tra l’altro, è stata rinfocolata di nuovo, oggi, con la pubblicazione di due dati macroeconomiciche hanno confermato sia la solidità del mercato del lavoro che la crescita robusta dell’inflazione. Alle 15.35 ora italiana, il Dow Jones sale dello 0,18%, mentre lo S&P 500 arretra dello 0,43%. Il Nasdaq soffre una flessione pari a -0,77%.

Rese note negli Stati Uniti, prima dell’inizio della sessione a Wall Street, le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che sono scese di 2.000 unità, dalle 192.000 della scorsa settimana a quota 190.000. La media mobile in quattro settimane è stata pari a 193.000, al di sopra dei 191.250 precedenti.

Il numero dei lavoratori americani che continuano a percepire i sussidi di disoccupazione è sceso ulteriormente, a 1,655 milioni, rispetto agli 1,660 milioni della settimana precedente e contro gli 1,665 milioni previsti.

Il mercato del lavoro made in Usa continua a confermarsi più che solido, a dispetto dell’intenzione di Jerome Powell, numero uno della Fed, volta a provocare un indebolimento dei fondamentali economici, in modo tale da strozzare la crescita dell’inflazione.

Crescita che rimane fin troppo solida, come ha dimostrato l’altro dato pubblicato oggi: il costo unitario del lavoro Usa del quarto trimestre del 2022.

L’indicatore ha accelerato in modo sostenuto il passo, avallando i timori legati all’inflazione e dunque al rischio che la Fed di Jerome Powell alzi i tassi in modo più aggressivo.

Il costo unitario del lavoro è balzato del 3,2% rispetto alla crescita dell’1,6% attesa.

La revisione al rialzo è stata decisamente importante, visto che il dato preliminare aveva indicato un aumento dell’1,1%, rispetto alla crescita del 2% del terzo trimestre.

Il tasso di crescita della produttività Usa è stato pari nell’ultimo trimestre del 2022 a +1,7%, in forte rallentamento rispetto al +3% preliminare e al +2,6% atteso.

L’attenzione rimane sul balzo dei tassi dei titoli di stato Usa.

Ieri, per la prima volta dal mese di novembre, i tassi dei Treasuries Usa a 10 anni hanno superato la soglia del 4%: i rendimenti proseguono la corsa anche oggi, salendo fino al 4,075%.

Ormai a un soffio dal 5% i tassi dei Treasuries a 2 anni, che oggi sono schizzati fino al record dal 2006, ovvero in 17 anni, al 4,937%.

A far salire i rendimenti dei Treasuries Usa, ieri, sono state in particolare le parole proferite dal presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari, che ha detto che la banca centrale americana “continuerà a fare quello che stiamo facendo fino a quando non finirà il suo lavoro”.

A Wall Street i sell off hanno colpito soprattutto i titoli hi-tech. Nella sessione della vigilia, il Nasdaq Composite ha perso lo 0,66%, mentre lo S&P 500 è sceso dello 0,47%. Il Dow Jones Industrial Average ha segnato un rialzo di appena 5,14 punti.

Lo S&P 500 e il Nasdaq si avviano a terminare la seconda settimana consecutiva di ribassi, per la prima volta dal mese di dicembre. Il Dow Jones si appresta invece a concludere la sua quinta settimana consecutiva di ribassi, per la prima volta dal mese di maggio.

Il Dow Jones beneficia oggi del rally di Salesforce: il titolo è volato nelle contrattazioni afterhours della borsa Usa fino a +16%, dopo una trimestrale che ha convinto i mercati. Il rally continua, con le azioni CRM che scattano di oltre il 14%.

Il fatturato di Salesforce è salito del 14% su base annua nel quarto trimestre fiscale terminato il 31 gennaio scorso, attestandosi a $8,38 miliardi, rispetto ai $7,99 miliardi attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv.

Il produttore di software cloud ha sofferto inoltre una perdita di 98 milioni di dollari, o di 10 centesimi per azione, rispetto alla perdita di $28 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

L’utile per azione su base adjusted di Salesforce ha battuto però le attese, attestandosi a $1,68, ben oltre gli $1,36 previsti dal consensus. Il margine operativo lordo della società su base adjusted, al 29,2%, ha testato inoltre il record di sempre, dopo che, in occasione dell’Investor Day di settembre, il gruppo aveva annunciato un target sul margine operativo lordo del 25% per l’anno fiscale 2026.

Vale la pena ricordare che, nel mese di gennaio, Marc Benioff, co-fondatore e ceo di Salesforce, ha annunciato il lcienziamento del 10% della forza lavoro dell’azienda, ovvero di più di 7.000 dipendenti, e una strategia di ristrutturazione che si è tradotta per ora, nel corso del trimestre, in costi per un valore di 828 milioni di dollari.

Scivola invece del 7% il titolo Tesla, all’indomani dell’Investor Day del colosso delle auto elettriche (EV), in cui il ceo e fondatore Elon Musk ha annunciato l’attesissimo piano strategico Master Plan 3, che non ha soddisfatto tuttavia il mercato.

Non pervenuta la presentazione delle auto di prossima generazione che, così come confermato dal responsabile del Design di Tesla Franz von Holzhausen avverrà in futuro.

Il mancato annuncio ha deluso subito gli investitori, che hanno optato per i sell sul titolo del gigante EV.

Durante l’evento con cui è stato presentato il piano Master Plan 3, insieme ad altri vertici del colosso, Elon Musk ha annunciato la costruzione di una nuova giga factory a Monterey, in Messico.

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