Videogame: deal Microsoft-Activision darà filo da torcere a molti: Sony crolla fin oltre – 10% alla borsa di Tokyo
Il deal Microsoft-Activision Blizzard ha spiazzato diverse società attive nel settore dei videogame, inclusa Sony. Il titolo del colosso giapponese è crollato di oltre il 10% alla borsa di Tokyo – per poi chiudere in calo del 7,7% – dopo l’annuncio con cui il gigante americano ha reso noto, nella giornata di ieri, che acquisterà Activision Blizzard per quasi $69 miliardi.
L’operazione si conferma l’accordo più grande mai raggiunto nel mondo hi-tech Usa, superiore alla fusione tra Dell e EMC del 2016.
Sony, che produce le PlayStation, compete con le console Xbox di Microsoft. Activision è nota per alcuni videogiochi popolari come “Call of Duty” e “Tony Hawk’s Pro Skater”.
Il deal conferma la determinazione di Microsoft di crescere nel segmento dei videogiochi, come hanno dimostrato l’acquisizione di Mojang, produttore di “Minecraft”, avvenuta nel 2014 per $2,5 miliardi, e di Bethesda, lo scorso anno, per $7,5 miliardi.
Cnbc ha fatto notare come, in questo modo, il gigante americano punti anche a competere in modo più agguerrito contro Meta (la ex Facebook) per lo sviluppo di tecnologie che creino un mondo virtuale, il cosiddetto metaverso.
Il titolo Meta ha ceduto ieri più del 4%, condizionato comunque dal trend negativo di Wall Street, che ha portato il Nasdaq a scivolare del 2,6%. Activision è balzata di oltre il 25%, mentre Microsoft ha perso il 2,4% circa.
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Borse europee in rialzo, con Piazza Affari in evidenza. Wall Street rimbalza nonostante calo fiducia consumatori. Focus su banche centrali e dati macro prossima settimana.
Open Fiber ha registrato una perdita netta di 364 milioni di euro nel 2024, con EBITDA in crescita del 18%. L’azienda prevede un flusso di cassa positivo entro il 2028 e ha aggiornato il piano industriale fino al 2034, con investimenti previsti per 10 miliardi di euro.
Wall Street registra un’apertura positiva dopo che lo S&P 500 ha chiuso in correzione a causa delle tensioni sui dazi imposti da Trump. L’ottimismo deriva dalla dichiarazione di Chuck Schumer che non ostacolerà la legge di finanziamento del governo, evitando uno shutdown. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq sono in crescita, sostenuti anche da un rallentamento dell’inflazione. Il petrolio Wti vede un leggero aumento al Nymex.
De’ Longhi ha registrato una crescita significativa dei ricavi nel 2024, chiudendo l’anno con 3,5 miliardi di euro. L’azienda ha proposto un dividendo di 1,25 euro per azione, con un pay-out ratio del 60%. Il 2025 è previsto con una crescita del fatturato tra il 5% e il 7%.