Tonfo prezzi del petrolio dopo Doha: a New York -7%, tornano a $38
ROMa (WSI) – Il flop al vertice di Doha tra i paesi Opec e non Opec maggiori produttori di petrolio al mondo scatena vendite scatenate sui contratti sul petrolio, con il WTI scambiato sul Nymex di New York che cede quasi -7% durante la sessione asiatica attestandosi attorno a quota $38.
Il crollo del 7% è il più forte in sette mesi e condiziona tutti i mercati. I futures sul Dow Jones sono in perdita di -100 punti. Immediata la reazione delle banche d’affari, con Goldman Sachs che afferma che il mancato raggiungimento di un accordo tra i paesi Opec e non Opec nel vertice di domenica 17 aprile è un fattore “bearish”, ribassista per i prezzi del petrolio e che prevede anche un elevato livello di volatilità dei prezzi.
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L’oro ha raggiunto un nuovo record storico a marzo, chiudendo a 2.254,80 dollari l’oncia, con un incremento complessivo del 9% nel mese, il maggiore dal luglio 2020. Questo aumento è stato influenzato dalle previsioni di taglio dei tassi della Federal Reserve.
Il colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei ha annunciato un notevole aumento dell’utile netto e del fatturato nel 2023, superando le previsioni e raddoppiando i guadagni rispetto all’anno precedente.
Il termine ultimo per la presentazione delle liste di candidatura per il rinnovo del cda di Tim vede emergere figure di spicco e piani strategici innovativi. Tra i nominati, Umberto Paolucci e Stefano Siragusa, con il fondo Merlyn Partners che propone un riorientamento aziendale verso tecnologie avanzate.
Gli esperti di S&P hanno pubblicato un rapporto sull’outlook globale, prevedendo che le principali banche centrali manterranno tassi d’interesse più alti per un periodo esteso. Prevedono iniziative di taglio dei tassi a metà del 2024, con una crescita globale stimata al 3,2% per il prossimo anno.