Riforma BCC, verso nascita sesto gruppo bancario italiano. A guidarlo Cassa Centrale

di Alessandra Caparello
19 Ottobre 2016 12:01

VERONA (WSI) – Prende il via il progetto “Credito Cooperativo Italiano”, per la nascita di un nuovo gruppo bancario sotto la guida di Cassa Centrale: è l’effetto della riforma del credito cooperativo italiano voluta dal governo. Ad aderire in via preliminare al progetto 89 Banche del credito cooperativo (Bcc) spalmate su tutto il territorio nazionale, tra cui la BCC San Marzano e altri istituti di credito del Sud d’Italia. Entro fine mese dovrebbe salire a 120 il numero delle banche che aderiranno.

 “Vogliamo essere una parte fondante di questa nuova realtà contando su una partecipazione importante della Puglia e del Sud per la valorizzazione dei territori di appartenenza. Il progetto di Cassa Centrale mette al centro i valori fondanti del credito cooperativo. E’ questa la direzione che vogliamo seguire, con una capogruppo che possa garantire efficienza e competitività al sistema senza abbandonare i principi mutualistici che ci hanno sempre contraddistinto.  (…) Il progetto che abbiamo condiviso è vincente perché rispettoso delle autonomie locali per le banche più virtuose (modello risk based), sempre nei limiti previsti dalla legge. Abbiamo di fronte degli interlocutori disponibili ad ascoltare le nostre esigenze. Noi continueremo a mettere a disposizione le nostre professionalità e le nostre idee. Ci auguriamo che il Sud in generale e la Puglia in particolare esprima coesione per fare massa critica ed avere un peso maggiore con il solo obiettivo di tutelare le specificità dei nostri territori e gli interessi del Mezzogiorno.”

Queste le parole di Emanuele di Palma, direttore generale della BCC San Marzano. L’obiettivo è creare il sesto o settimo gruppo bancario più grande d’Italia con una raccolta di 50 miliardi, 1050 filiali, 31 miliardi di impieghi e un total capital ratio tra il 45% e il 50%. Ad appoggiare il progetto è anche la tedesca DZ Bank che detiene il 25% di Cassa Centrale. Il piano deve ancora ricevere l’autorizzazione di Bankitalia.