MiFid 2: investitori italiani potranno avere certificato professionale di Londra
Le certificazioni professionali da trader della City londinese, riconosciute in una cinquantina di paesi (51), potrebbero arrivare anche a Milano. Per lo meno questo è l’obiettivo del Chartered Institute for Securities and Investments (CISI) inglese, presente ieri nel capoluogo lombardo con il suo amministratore delegato Simon Culhane. Se Milano ambisce a diventare un piazza finanziaria più importante, sfruttando i problemi che riscontrerà Londra in un contesto post Brexit, è fondamentale recepire le certificazioni inglesi. Per abilitarle bisognerà aspettare i decreti regionali e la firma di una collaborazione con le università italiane.
I primi atenei citati per la partnership sono UniKore di Enna, Luiss di Roma e Liuc di Castellanza (in provincia di Varese). Con l’entrata in vigore della direttiva europea MiFid 2 a partire da gennaio 2018, ha spiegato ai giornalisti Bepi Pezzulli di Select Milano (il comitato per promuovere Milano piazza finanziaria europea) “diventa prioritario assicurare che Milano sia in linea con le best practice internazionali. A cominciare dall’istruzione professionale, che è un tassello fondamentale della strategia Brexit italiana.
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L’oro ha raggiunto un nuovo record storico a marzo, chiudendo a 2.254,80 dollari l’oncia, con un incremento complessivo del 9% nel mese, il maggiore dal luglio 2020. Questo aumento è stato influenzato dalle previsioni di taglio dei tassi della Federal Reserve.
Il colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei ha annunciato un notevole aumento dell’utile netto e del fatturato nel 2023, superando le previsioni e raddoppiando i guadagni rispetto all’anno precedente.
Il termine ultimo per la presentazione delle liste di candidatura per il rinnovo del cda di Tim vede emergere figure di spicco e piani strategici innovativi. Tra i nominati, Umberto Paolucci e Stefano Siragusa, con il fondo Merlyn Partners che propone un riorientamento aziendale verso tecnologie avanzate.
Gli esperti di S&P hanno pubblicato un rapporto sull’outlook globale, prevedendo che le principali banche centrali manterranno tassi d’interesse più alti per un periodo esteso. Prevedono iniziative di taglio dei tassi a metà del 2024, con una crescita globale stimata al 3,2% per il prossimo anno.