14:11 lunedì 20 Marzo 2023

Mercati concentrati su tassi Fed e banche: a Wall Street nuovo tonfo di First Republic

La notizia relativa alla fusione tra Ubs e Credit Suisse mette sotto pressione i titoli delle banche europee e Usa, senza provocare tuttavia un sell off sui mercati.

A fronte del trend positivo delle borse europee (con il Ftse Mib che sale di oltre l’1%), si mette in evidenza il rialzo dei futures sui principali indici azionari Usa. Alle 14 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 avanzano di oltre lo 0,30%, mentre i futures sul Nasdaq salgono dello 0,17%.

A Wall Street l’attenzione è focalizzata su due fattori: da un lato l’esito della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed guidata da Jerome Powell, che partirà domani per concludersi mercoledì, 22 marzo, con l’annuncio sui tassi di interesse.

Dall’altro lato, a condizionare il sentiment sono i dubbi sul destino delle banche regionali americane, dopo il collasso della banca delle start up SVB, Silicon Valley Bank, e di Signature Bank.

Nelle ultime sessioni, le vendite hanno preso di mira la banca First Republic, il cui rating è stato colpito nell’arco di pochi giorni dal downgrade di S&P per ben due volte.

Standard & Poor’s ha annunciato di aver tagliato ulteriormente a junk (spazzatura) il rating sul debito di First Republic, la banca regionale Usa che molti operatori di mercato vedono come il prossimo tassello del domino a cadere.

Secondo S&P, i depositi del valore di $30 miliardi iniettati dalle 11 principali banche Usa nelle casse di First Republic potrebbero non essere sufficienti a risolvere i problemi di liquidità dell’istituto.

Il riferimento è alle banche americane che sono accorse per blindare First Republic, depositando presso la banca 30 miliardi di dollari.

Bank of America, Wells Fargo, Citigroup e JPMorgan Chase inietteranno ciascuna 5 miliardi di dollari, mentre Goldman Sachs Morgan Stanley depositeranno presso First Republic $2,5 miliardi.

Truist, PNC, U.S. Bancorp, State Street e Bank of New York Mellon contribuiranno ciascuna al salvataggio della banca regionale, alle prese con una crisi di fiducia successiva al crac di Silicon Valley Bank, con 1 miliardo di dollari.

La notizia ha tuttavia spaventato ulteriormente i trader e gli investitori, assillati dal timore sulle condizioni di salute in cui versano le banche regionali Usa. Il titolo First Republic ha chiuso così con un tonfo del 32,80% e ora in premercato continua a perdere terreno, con una flessione del 18,76%.

La paura di un nuovo caso di bank run, corsa agli sportelli, è tale che l’associazione che rappresenta le banche piccole e medie degli Stati Uniti, ovvero la Mid-Size Bank Coalition of America, ha chiesto alle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti di garantire tutti i depositi dei loro clienti per i prossimi due anni. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Bloomberg, citando una lettera firmata dall’MBCA.

Nel frattempo, La Fed, la Bce, la Bank of Canada, la Bank of England, la Bank of Japan e la Swiss National Bank in soccorso dei mercati, ancora sotto stress dopo la notizia dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs per un valore di $3,2 miliardi.

Le sei banche centrali hanno annunciato nella notte il via a “un’azione coordinata volta a rafforzare l’erogazione di liquidità attraverso le linee swap in dollari”.

“Al fine di migliorare l’efficacia delle linee swap per fornire finanziamenti in dollari Usa, le banche centrali hanno deciso di aumentare la frequenza delle operazioni a 7 giorni. Le operazioni verranno effettuare ogni giorno, invece che su base settimanale. Queste operazioni, effettuate ogni giorno, prenderanno il via lunedì, 20 marzo 2023, e continueranno almeno fino alla fine di aprile”, si legge nella nota.

Nella missiva le banche americane hanno lanciato un appello alle autorità federali, scrivendo che una garanzia sui depositi fermerebbe la corsa agli sportelli che sta colpendo gli istituti minori, e stabilizzerebbe dunque il settore bancario.

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