11:18 venerdì 19 Novembre 2021

Ipotesi grande fusione Leonardo-Fincantieri con più Stato al vaglio del governo Draghi. Obiettivo: blindare difesa italiana

L’ipotesi grande fusione tra Leonardo e Fincantieri torna sotto i riflettori dei mercati, con alcune indiscrezioni riportate nelle ultime ore da Bloomberg. Il titolo Leonardo non apprezza i rumor, confermandosi oggi tra i titoli peggiori del Ftse Mib, con una perdita superiore a -3%. Va giù anche Fincantieri, che cede il 2% circa. Non è comunque una sessione positiva, quella di oggi, per la borsa di Milano, con l’indice Ftse Mib che alle 11 circa ora italiana

“Il governo italiano sta riesaminando attentamente le opzioni per unire due dei suoi asset della difesa più grandi e più significativi da un punto di vista strategico: Leonardo e Fincantieri. Il piano, secondo diverse persone vicine al dossier, si trova ancora nella sua fase iniziale. Ma l’idea è che i due giganti della difesa nazionale rafforzino il loro ruolo in una unica struttura, con una maggiore direzione pubblica in un’area di importanza geopolitica”.

I due colossi sono al centro dell’attenzione, sulla scia delle indiscrezioni secondo cui Fincantieri sarebbe in cima alla lista dei potenziali acquirenti della ex Oto Melara, marchio chiave di Leonardo nel settore dei sistemi di difesa. Nel riportare le indiscrezioni sullo studio del governo Draghi di un progetto più ambizioso di M&A tra le due società, Bloomberg ricorda che Leonardo è uno dei principali player europei della difesa, mentre Fincantieri costruisce navi da più di 200 anni. La chiave di tutto questo è il rapporto tra Italia e Francia, paesi “entrambi protettivi della propria industria della difesa che, nei prossimi giorni, dovrebbero firmare un trattato per rafforzare la loro cooperazione”.

Si tratta del ben noto Trattato del Quirinale. Ieri sera è stato lo stesso Eliseo ad annunciare ufficialemnte che il presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma il 25 e 26 novembre per la firma del trattato. Un trattato, si legge nella nota dell’Eliseo, che “favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, e il coordinamento dei due Paesi in materia di politica europea ed estera, di sicurezza e di difesa, di politica migratoria, di economia, di scuola, ricerca, cultura e cooperazione transfrontaliera”.

E’ stato d’altronde lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi a lanciare un appello all’Unione europea affinché investa maggiori risorse in un piano di difesa comune che lo renda più auto sufficiente, in un contesto geopolitico che si è fatto più particolare dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’Afghanistan e a seguito di un nuovo patto per la difesa guidato dagli Stati Uniti, con l’Australia, che ha fatto perdere a Parigi un grande contratto sui sottomarini.

Così commenta le ultime notizie e gli stessi rumor di Bloomberg Equita SIM, nella sua nota odierna:

“Secondo Bloomberg, che cita persone a conoscenza del tema, la decisione del governo italiano sull’operazione di cessione di Oto Melara e WASS da parte di Leonardo potrebbe richiedere diversi mesi (il Messaggero ipotizza dopo febbraio con la risoluzione della successione del Presidente della Repubblica). Tra le opzioni che il governo italiano starebbe valutando ci sarebbe: – lo stop alla vendita delle due società al gruppo Franco-tedesco Knds (unione tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann) che secondo diverse fonti giornalistiche avrebbe avanzato un’offerta da 650 milioni; – una maggiore cooperazione tra Fincantieri e Leonardo sul settore della difesa con le due società che potrebbero essere accorpate sotto un’unica struttura incrementando il controllo dello Stato su un settore considerato strategico (oggi, lo Stato italiano controlla il 30,5% di Leonardo attraverso il MEF mentre il controllo su Fincantieri è esercitato attraverso CDP con una quota del 72,5%). L’operazione sarebbe ancora in una fase iniziale di valutazione. Altre fonti giornalistiche indicano che il ministero della Difesa starebbe provando a trovare una soluzione allargata che vede una collaborazione tra Fincantieri e Knds per il controllo di Oto Melara e Wass. Nell’eventuale JV potrebbe rientrare anche Iveco Defence Vehicles. Questa soluzione permetterebbe di superare lo scontro tra la scelta di mantenere le due società sotto controllo italiano e la partecipazione al programma europeo dei carri armati garantita da Knds. Lo scenario rimane ancora molto aperto rendendo difficile fare previsioni sulla soluzione finale considerando il ruolo centrale che ha la politica in questa operazione”.

Era l’inizio del 2020, quando ancora l’Italia sembrava immune a quella che sarebbe diventata la pandemia Covid, quando un articolo de Il Sole 24 OreTorna la suggestione (per ora politica) delle grandi fusioni affrontava la possibilità che, in Italia, si desse il via a operazioni di M&A del calibro di Snam-Terna e Fincantieri-Leonardo. Di Fincantieri e Leonardo si è parlato molto negli ultimi mesi, in riferimento per l’appunto al dossier ex Oto Melara. Verso la fine di agosto si affacciavano rumor secondo cui Fincantieri sarebbe stata interessata ad acquisire il perimetro della ex Oto Melara, controllata da Leonardo e confluita nella divisione Sistemi di Difesa nel 2016. Da segnalare che la ex Oto Melara è una società leader mondiale nella progettazione e produzione di cannoni navali di tutte le dimensioni, con un fatturato di 62 milioni di euro (121 milioni nel 2014) secondo l’ultimo bilancio disponibile del 2015.

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