Deloitte: Instant Payment avrà un prezzo per le banche
La diffusione delle tecnologie di Instant Payment, in grado di velocizzare drasticamente i tempi di trasferimento di denaro, andrebbero intaccare notevolmente i ricavi del business dei pagamenti per le banche: è quanto è emerso nel corso della presentazione dell’indagine Deloitte condotta sul tema questa mattina a Milano. Entro il 2020 le banche potranno perdere sino al 29,5% dei ricavi del business dei pagamenti rispetto ai livelli raggiunti nel 2015; ciononostante la diffusione degli Instant Payment contribuirà a mitigare i costi sociali derivanti dall’utilizzo del contante (8-10 miliardi in Italia. Entro i prossimi 5 anni sono previste nel nostro Paese 300 milioni di Instant Payment, che saliranno a 500 milioni entro 7 anni.
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Apertura di Wall Street caratterizzata da movimenti leggeri dopo i recenti rialzi e il record dello S&P 500, sostenuti da solidi risultati trimestrali e interesse per i titoli tech, specialmente legati all’intelligenza artificiale. Attesa per il discorso di Donald Trump al World Economic Forum, con focus su commercio, deregolamentazione e imposte.
Nella settimana conclusasi il 18 gennaio, negli Stati Uniti si è registrato un incremento delle richieste di sussidi di disoccupazione. Secondo il Dipartimento del Lavoro, le richieste sono aumentate di 6.000 unità, raggiungendo quota 223.000, superando le aspettative di 221.000. Durante la pandemia, le richieste avevano raggiunto un picco di 6,9 milioni.
La Banca centrale della Turchia ha deciso di abbassare il tasso di riferimento dal 47,5% al 45%. Questa mossa fa parte di una strategia di politica monetaria restrittiva volta a raggiungere la stabilità dei prezzi attraverso una riduzione sostenuta dell’inflazione. La banca ha dichiarato che il tasso sarà regolato per supportare il percorso di disinflazione, tenendo conto delle tendenze inflazionistiche.