Bene Piazza Affari con l’Europa e Wall Street, Ftse Mib +1,25%
Le borse europee chiudono la seduta in rialzo, sostenute anche da Wall Street che si appresta a registrare la miglior performance settimanale dalle elezioni di novembre. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in progresso dell’1,25% a 36.267 punti. Iveco (+5,7%), Buzzi (+4,3%) e Azimut (+2,95%) tra le migliori, sottotono Amplifon (-1,5%).
I segnali di moderazione dell’inflazione Usa hanno restituito parziale ottimismo sui tagli della Fed, alimentando gli acquisti sulle big tech, in attesa dell’insediamento di Trump di lunedì. Dall’agenda macro sono giunti i dati migliori delle attese sulla produzione industriale statunitense (+0,9%) e la lettura finale dell’inflazione nella zona euro (2,4% e Cpi core al 2,7%).
Il Fmi ha rivisto al rialzo la crescita degli Usa a +2,7% nel 2025 e ha tagliato quella dell’eurozona all’1%, mentre la stima sul Pil dell’Italia è stata abbassata da +0,8% a +0,7%.
Oltre all’insediamento di Trump, focus nei prossimi giorni sul forum di Davos, gli indici Pmi delle principali economie e il prosieguo della stagione di trimestrali.
Sull’obbligazionario il decennale Usa si mantiene poco sopra il 4,6%. Lo spread Btp-Bund è leggermente superiore ai 110 punti base, con il titolo italiano al 3,64% e quello tedesco al 2,53%.
Fra le materie prime, il petrolio Brent scivola sotto gli 80 dollari al barile e l’oro si attesta a 2.715 dollari l’oncia.
Sul forex, l’euro/dollaro scambia ancora in area 1,029 e il dollaro/yen sale a 156,3 aspettando la riunione della Bank of Japan della prossima settimana. Fra le criptovalute, il Bitcoin sale a $104.600 sull’aspettativa di nuove misure per gli asset digitali da parte di Trump.
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finale contrastato per le borse europee. A Piazza Affari crolla Interpump dopo l’outlook sotto le attese
La Banca centrale russa ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione per il 2025, indicando un aumento dei prezzi tra il 7% e l’8%, influenzato da spese militari crescenti, sanzioni occidentali e carenza di manodopera. Nonostante il rafforzamento del rublo e i dialoghi tra Putin e Trump, il tasso d’interesse rimane al 21%. La governatrice Nabiullina sottolinea l’elevata pressione sui prezzi.
La produzione industriale negli Stati Uniti è cresciuta dello 0,5% a gennaio 2025, superando le previsioni degli analisti. Nonostante un rallentamento rispetto al mese precedente, i dati annuali mostrano un incremento del 2%. La capacità di utilizzo dei settori industriali è aumentata al 77,8%, oltre le stime.
Nel quarto trimestre del 2024, la crescita della Zona Euro è stata confermata allo 0,9% rispetto al trimestre precedente, secondo EUROSTAT. Questo dato è in linea con le stime preliminari e segue una crescita simile nel terzo trimestre dello stesso anno.