Arabia Saudita vuole greggio a $60 al barile
L’Arabia Saudita vuole che, nel corso del 2017, il prezzo del petrolio di attesti intorno ai 60 dollari al barile. Lo dicono fonti interno all’Opec, sentite dall’agenzia Reuters. Un livello che, secondo il cartello dei paesi produttori e esportatori di greggio, incoraggerebbe gli investimenti in nuovi campi.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, la Russia e gli altri produttori si sono impegnati l’anno scorso a tagliare la produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno (bpd) dal primo gennaio. Si tratta del primo taglio in otto anni è destinato a migliorare i prezzi e sbarazzarsi di una fornitura eccesso.
Reduce da una settimana in rialzo dell’1,1%, il petrolio continua a guadagnare terreno seppur con molta cautela. Ieri il contratto ad aprile al Nymex ha aggiunto lo 0,1% a 54,05 dollari al barile, sotto i massimi intraday pari a 54,61 dollari
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Norges Bank Investment si schiera a favore della lista del cda di Tim che conferma Pietro Labriola come amministratore delegato e Alberta Figari presidente, in vista dell’assemblea dei soci del 23 aprile per il rinnovo del board. La decisione arriva mentre aumentano le tensioni tra le varie liste candidate e richieste di indagine da parte di Blubell a Consob.
Confindustria Moda annuncia un ambizioso piano di assunzioni che prevede 94mila nuovi posti di lavoro nel settore moda entro il 2026, evidenziando la crescente necessità di profili professionali diversificati, inclusi esperti in e-commerce e sostenibilità.
EasyJet annuncia una previsione di perdita pre-imposte ridotta tra 340-360 milioni di sterline per il primo semestre, segnando un miglioramento rispetto all’anno precedente, nonostante le sfide come il costo del carburante e il conflitto in Medio Oriente.