ROMA (WSI) – “Oggi i crediti in sofferenza rilevanti, cioè non ancora rettificati, sono pari a 89 miliardi di euro, il 4,6% degli impieghi“. E’ quanto ha detto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nel corso di una audizione davanti alla commissione Finanze del Senato.
Affrontando la questione della gestione dei crediti deteriorati delle banche italiane, Sabatini ha affermato che sarebbe “utile” introdurre “interventi” nel decreto banche all’esame della Camera per “rendere più efficaci ed efficienti nonché meno costose le procedure esecutive, contribuendo in tal modo in maniera decisiva al decollo del mercato dei crediti deteriorati”.
Sabatini ha aggiunto che “vengono peraltro diffusi dati che non rappresentano correttamente il fenomeno e contribuiscono ad ingenerare una interpretazione distorta della realtà. Le banche in questi anni sopportato i costi inflitti dalla crisi in termini di aumento dei casi di insolvenza che si sono tradotti in un forte aumento dei crediti deteriorati. Di questi, una quota superiore al 50% è già stata spesata a conto economico tempo per tempo attraverso le rettifiche”.
Ancora, Sabatini ha sottolineato che “numerosi studi empirici evidenziano come la riduzione dei tempi di recupero dei crediti possa avere importanti effetti positivi sulla valutazione dei portafogli deteriorati e dunque contribuire a ridurre la distanza tra valori di bilancio e quotazioni offerte dal mercato. Nostre stime indicano che, nel complesso, per ogni anno di riduzione dei tempi di recupero delle garanzie lo scarto tra prezzo di offerta e prezzo di domanda si ridurrebbe di circa il 10%”.