(Teleborsa) – I dati sulla povertà in Italia nel 2009 diffusi oggi dall’Istat sono pienamente coerenti con il quadro di tenuta delle condizioni di vita degli italiani, e in particolar modo dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, come più volte sottolineato. Così una nota di Palazzo Vidoni a commento dei dati ISTAT sulla povertà. Nel 2009, si legge ancora, l’incidenza della povertà relativa (pari al 10,8%) risulta stabile e anzi lievemente minore rispetto al 2008 (11,3%). In particolare, nonostante la diffusione della cassa integrazione, l’incidenza della povertà relativa risulta stabile per le famiglie con persona di riferimento lavoratore dipendente (9,8% contro il 9,6% nel 2008) e in diminuzione per quelle con persona di riferimento ritirata dal lavoro (10,8% contro l’11,3% nel 2008). Un lieve effetto della cassa integrazione si avverte in termini di povertà assoluta (famiglie al di sotto della soglia di spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta): per le famiglie con persona di riferimento con qualifica operaia l’incidenza della povertà assoluta è cresciuta dal 5,9 al 6,9%, mentre per quelle con persona di riferimento ritirata dal lavoro è leggermente diminuita, dal 4,7 al 4,6 per cento. Questi dati confermano dunque come, nonostante la crisi che si è abbattuta ormai da oltre due anni sulla nostra economia, la società italiana abbia retto e i sistemi di welfare abbiano protetto le fasce più deboli (lavoratori in CIG, disoccupati e pensionati a basso reddito).