Minibond: 2019 anno da record. Crescono emissioni, raccolta ed emittenti

di Alessandra Caparello
25 Febbraio 2020 10:20

Anno dei record per l’industria dei minibond che nel 2019 si confermano una fonte di finanziamento in continua crescita, alternativa e complementare al credito bancario, per accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, quasi un ‘allenamento’ a successive operazioni più complesse come il private equity o la quotazione in Borsa.

Importanti i numeri snocciolati dalla sesta edizione del Report italiano sui Minibond realizzato dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano su 536 imprese italiane che da novembre 2012 al 31 dicembre 2019 hanno collocato minibond.

Dall’Osservatorio emerge un incremento relativamente al numero di emissioni del 24,7% in più rispetto all’anno precedente, pari a quota 207, ben 183 le società emittenti di cui 129 per la prima volta e +21,1% per il flusso di raccolta a 1,18 miliardi di euro. Il 69,4% delle imprese emittenti sono SpA, il 28,4% Srl e il 2,2% società cooperative, percentuali che si mantengono stabili rispetto al 2018. Il volume dei ricavi invece è molto variabile: 54 emittenti (29,5%) fatturavano meno di 10 milioni di euro prima del collocamento. Circa il settore di attività, si conferma la netta supremazia del comparto manifatturiero (44,3% del campione).

In merito alla collocazione geografica invece si evidenzia una netta prevalenza delle regioni del Nord: domina la Lombardia con 41 emittenti (il 22,4% su scala nazionale), ma crescono il Veneto e il Trentino-Alto Adige, grazie ad alcune operazioni di sistema come i Trentino Bond e i Pluri Bond Turismo Veneto Spiagge, e anche le regioni di Sud. Quanto alle motivazioni del collocamento, rimane dominante l’obiettivo di finanziare la crescita interna dell’azienda (62,1%) e di ristrutturare le passività finanziarie (12,7%), seguono il bisogno di alimentare il ciclo di cassa del capitale circolante (PMI) e le strategie di crescita esterna tramite acquisizioni (grandi imprese).

 

Le proiezioni per il 2020

Secondo una proiezione dei flussi di capitale da rifinanziare, nel 2020 sono in scadenza minibond per 805 milioni di euro, mentre nel 2021 l’ammontare dovuto sarà di 766 milioni. Il valore medio della cedola fissa (la più frequente) per l’intero campione è 4,89%, quello mediano 5,00%. Nel 2019 torna a scendere la remunerazione (4,42% di media rispetto a 5,07% dell’anno prima) anche grazie a numerose emissioni garantite dai Confidi o da soggetti pubblici.  Nel 26% dei casi i minibond sono associati a un rating emesso da agenzie autorizzate, ma la percentuale è scesa ancora nel 2019, assestandosi al 14%.

Per il 2020 le nostre aspettative sul mercato dei minibond sono ottimistiche – commenta il professor Giancarlo Giudici, Responsabile dell’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano – e stimiamo un ulteriore aumento delle emissioni e del flusso di raccolta. Crediamo però che, a fronte di tante iniziative dal punto di vista dell’offerta di capitale, sia importante stimolarne la domanda da parte delle imprese per supportare nuovi, imprescindibili investimenti in innovazione, tecnologia e sostenibilità”.