Società

Militari italiani in Niger, dietro c’è la mano di Macron

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BRUXELLES (WSI) – Si concluderà quasi certamente con una fumata nera il vertice in chiusura oggi  sulla riforma di Dublino tra i capi di Stato e di governo dell’Unione europea in merito alle quote obbligatorie di ripartizione dei migranti.

Mentre il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha fatto sapere di essere contrario al sistema delle quote – “si è dimostrata essere altamente divisiva e l’approccio è risultato essere inefficace” – a difendere a spada tratta il sistema quote Italia, Germania e altri paesi i cui rappresentanti avrebbero definito la nota di Tusk “inaccettabile” e ricordato che “l‘Ue è basata sullo Stato di diritto” e “le decisioni prese vanno rispettate”.

Mentre si consuma l’ennesimo scontro sul tema migranti l’Italia si prepara ad una missione militare in Niger con lo scopo di combattere il traffico di migranti diretto in Libia e di addestrare l’esercito nigerino. Ad annunciarla il premier Paolo Gentiloni al termine del G5 Sahel:

“Ci impegneremo per l’addestramento di forze che possano contribuire alla stabilità e alla lotta contro il terrorismo in Sahel. Partiremo con un’operazione bilaterale con il Niger che ha un interesse specifico pure per quello che riguarda i flussi migratori verso la Libia e verso il Mediterraneo. Dietro questo impegno c’è anche quello al contrasto del traffico di esseri umani”.

Secondo Repubblica i primi 150 soldati potrebbero partire entro la fine dell’anno o nei primi giorni di gennaio. La missione italiana ha ricevuto molte critiche, considerando che il governo del Niger è visto come particolarmente corrotto e inefficiente e le sue forze militari sono state spesso accusate di lassismo sul traffico di migranti. A puntare il dito contro la missione nigeriana anche Padre Mauro Armanino, missionario da anni a Niamey secondo cui dietro tutto c’è il presidente francese Emmanuel Macron che ai giacimenti di uranio e all’influenza politica nel Sahel – la fascia di territorio africano in cui vi è anche il Niger – non intende rinunciare.

“Con il pretesto del contrasto al terrorismo persegue solo la geopolitica delle risorse (…) seguiamo Macron su una strada pericolosa, violando nei fatti la sovranità del Niger e abbracciando una classe politica corrotta al soldo di Parigi”.

Attualmente in Niger è in corso un grave scandalo che coinvolge la società francese Areva, che nel paese possiede numerose miniere di uranio, e alcuni politici locali, accusati di corruzione e di aver sottratto fondi pubblici.