Società

MILANO, LA PIU’ STRAPAZZATA DELLE BORSE

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Piazza Affari non sembra proprio volersi riprendere dalle debacle del’ultimo, lungo periodo. “Di fatto il trend, tolto il solito rimbalzino di fine anno perché le società fanno un po’ di buy back per presentare bilanci annuali agli azionisti, è dall’ estate, dagli scandali subprime chele Borse continuano a soffrire”, dice un analista. Comprare? “Sì ma quando – gli fa eco il capo di una sim – noi ci siamo anche ‘buttati’ nell’ ultimo periodo, ma poi ci siamo accorti che il fondo non è stato ancora toccato, nonostante cominci a vedersi qualche coraggioso”.

Morale, i prezzi sono ormai da saldo e gli indici ancora in picchiata. Il Mibtel da inizio anno ha perso il 12,74% a quota 25.627 punti, l’ S&P/Mib ha ceduto il 13,30%. E parliamo solo di quest’anno, dell’anno borsistico cominciato il 2 gennaio 2008. Insomma, una debacle. Se poi si fa anche un raffronto con l’anno solare, apriti cielo: Il Mibtel sui 12 mesi ha ceduto qualcosa come il 22,25%, l’ S&P/Mib il 21,33%. Vero che tra scandalo derivati e subprime tutte le piazze hanno sofferto, ma Milano è stata di gran lunga, tra le maggiori, quella che ha sofferto di più. Perché? “E’ ancora piccola – dice un analista – e ai ‘giochetti’ (scommesse ndr) che gli hedge fund, sia al ribasso che al rialzo, possono fare, comunque guadagnando, non c’é ostacolo. Fa bene la Borsa a cercare new entry per aumentare la capitalizzazione perché altrimenti non si fa tanta strada, si è sempre in balia della speculazione che la debolezza che trova a Milano non la può naturalmente trovare a Londra o Francoforte, per non parlare di Wall Street che, date le dimensioni degli scandali, ha retto alla grande”.

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Scorrendo la lista dei titoli, viene voglia di mettere subito mano al portafogli, osserva un altro operatore. Da inizio anno Fiat ha ceduto il 21,51%, Atlantia il 15,31%, la Popolare di Milano il 14,27%, Enel il 10,57%, Eni il 9,38%”. Poi, ancora, Generali l’ 8,94%, Impregilo il 24,45%, Intesa SanPaolo il 18,80% per passare alle banche, dove Unicredit ha lasciato sul terreno il 15,11% risollevandosi da un’annata che rispetto ad ora la vedeva cedec ben il 33,22%. “E questi sono i titoli migliori, più solidi su cui poassiamo contare – osserva ancora l’analista – chiudete gli occchi e pensate che cosa può essere successo in un mese e mezzo agli altri”.

Così, il mercato continua ad aspettare che passi la bufera, ma con poca fiducia per quanto concerne il primo semestre. Soprattutto se poi ci si mette anche l’inflazione a salire, l’ energia a volare, le bollette a crescere. “Le aziende, il pil se vogliamo – chiude il suo ragionamento una delle nostre ultime guide nei meandri del mercato – vanno bene se ci sono i consumi. Ma se questi si fermano, saremo ancora mesi in balia dei venti, senza escludere che qualche bassa capitalizzazione di qualche bella industria possa attirare voglie d’Opa da estero, così perdiamo anche quel poco di aziende vere che ci rimangono”.