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Investimenti: come reagire al mercato orso, in ogni fascia d’età

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Il forte ribasso dei mercati sperimentato lunedì 27 gennaio, la peggior giornata per Wall Street dallo scorso ottobre, suggerisce una rinnovata riflessione su come gli investitori dovrebbero agire di fronte ad eventi di questo tipo. E su come comportarsi, più in generale, quando il timore di un mercato orso si fa più forte. Il discorso non può che essere ricondotto agli obiettivi di investimento che ci si è prefissati. Questi, di norma sono strettamente collegati alla fase della vita nella quale ci si trova. Ecco come reagire ai campanelli d’allarme per ogni fascia d’età,

Tra i venti e i quarant’anni

Secondo James Sweeney, consulente finanziario certificato e fondatore della Switchpoint Financial Planning, in questa fase della vita contano ben di più i flussi di risparmio rispetto ai ritorni degli investimenti. Anche una differenza ampia nei ritorni a breve termine comporterebbe così ripercussioni ridotte sui risultati, in quanto le somme in gioco sono ancora piccole.
Per tale ragione, in questa fascia d’età, la cosa più saggia per affrontare turbolenze e mercati ribassisti e armarsi di pazienza e ignorarli. Questo discorso resta valido fintantoché si dispone di una base di liquidità sufficiente ad affrontare le spese a breve termine.

Tra i quaranta e i cinquant’anni

Quando mancano 10 o più anni alla pensione sarebbe un grave errore vendere nel bel mezzo di un mercato ribassista, con lo scopo di ridurre le perdite. Solitamente un decennio si rivela più che sufficiente a recuperare le perdite subite dai mercati, ha affermato Sweeney.
Se sono state previste delle spese importanti, tuttavia, può essere utile disinvestire in anticipo parte dei propri risparmi per farvi fronte, riducendo il rischio che queste somme possano essere soggette a un’eventuale calo dei mercati.

Tra i sessanta e i settant’anni

Quando l’età della pensione si avvicina, è il momento di ridurre la propria esposizione al rischio. Secondo i consulenti raggiunti da Cnbc un buon equilibrio sarebbe quello di mantenere in liquidità una cifra pari almeno alle spese complessive di due anni. Superare questa soglia potrebbe essere ancora meglio, se si ritiene di porterlo fare senza rinunciare a degli obiettivi di lungo termine.
Disinvestire tutto è generalmente una scelta eccessiva, in quanto si potrebbe avere ancora parecchio tempo innanzi a sé e le rendite degli investimenti possono accrescere le risorse necessarie al mantenimento dello stile di vita.

Se si è già in pensione

In quest’ultima fase della vità Sweeney suggerisce di creare una riserva pari a 5-10 anni di spese investita in bond e liquidità. Questo cuscinetto serve ad attutire l’impatto di un mercato ribassista: da lì potrà essere prelevato il denaro necessario a mantenere il proprio stile di vita. La componente investita in azioni, che Sweeney consiglia di mantenere, non dovrebbe essere toccata durante la fase orso.