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Marinella, una tradizione che attraversa il tempo

Da 110 anni la famiglia Marinella realizza le cravatte più ambite del mondo. La storia del marchio è intrinsecamente legata alla città di Napoli e alla tradizione sartoriale italiana

 

Quella di Marinella è una storia vera… recitano così le prime del capolavoro di Fabrizio De Andre. Ogni giorno, alle 6:30 del mattino, si ripete un piccolo miracolo: il negozio, appena 20 metri quadrati, apre le porte ai clienti regalando loro un’esperienza immersiva ed unica nel suo genere. Con le sue vetrine tonde, i mobili d’epoca e l’armadio che si trasforma in camerino, quel piccolo spazio sul lungomare più fantasioso ed affascinante del Mondo, diventa un viaggio nel passato che si riflette nel futuro. Così se il fare è orientato al domani, al futuro, il contrappunto di tutto questo è dato dalla grande attenzione nel preservare la storia e la tradizione della Casa.

Tra tradizione e tendenze.

In un’ambientazione senza tempo, la tradizione incontra le tendenze della moda, senza compromettere la qualità, la cura dei dettagli e l’attenzione al cliente. Ogni cravatta Marinella è realizzata a mano, trasformando i pregiati tessuti inglesi, tagliati singolarmente, in una piccola opera d’arte. Ogni mattina, nel laboratorio della maison sembra che il tempo si sia fermato.

La magia della vera sartoria napoletana prende vita e si fonde con l’eleganza British. Maurizio Marinella mi saluta da lontano con la mano, mentre mi vede arrivare. E’ un mercoledì, un mercoledì mattina, proprio sul finire di aprile. Il sole non è ancora sorto completamente, ma l’alba è ormai un ricordo della trasformazione di ciò che era stato delle 24 ore precedenti. Maurizio rimane con il braccio alzato come ad indicare la strada, come se mi volesse a tutti i costi, dove fosse il negozio, il suo negozio, dove fosse negozio di Marinella. Maurizio, è un guascone. Terzo, il terzo di una generazione di quattro che hanno accompagnato con le loro cravatte il mondo negli ultimi 110 anni di storia. Lo guardo avvicinarsi sempre di più e mi accorgo immediatamente del suo fare simpatico, del suo sorriso inarrestabile, della sua pungente ironia. Lo guardo, e con un salto nel tempo torno a quella stessa mattina. Ma magari di novant’anni prima.
C’era la stessa luce del mattino e poca gente per strada, gli stessi alberi pieni di foglie verdissime, gli uccelli cinguettare lungo tutto il passeggio napoletano e soprattutto, soprattutto c’era già il negozio di Eugenio Marinella il nonno di Maurizio colui che ha cominciato l’avventura quell’avventura in cui Maurizio si è ritrovato fin da bambino, legame tra tre generazioni diverse. I nobili dell’epoca arrivano in carrozza. Unico mezzo di trasporto e trasformazione, e di relazione. Era diventato uno stato simbolico di quei tempi bellissimi. Il caffè, il ghiaccio la sfogliatella. Tutto previsto ma per niente scontato, e sono ancora qui, proprio come allora.

Una storia tutta napoletana.

La storia del marchio è intrinsecamente legata alla città di Napoli e alla tradizione sartoriale italiana. Eugenio Marinella iniziò la sua attività in un piccolo negozio, proponendo cravatte fatte a mano con tessuti importati principalmente dall’Inghilterra. L’approccio unico alla moda e il rigido mantenimento della qualità artigianale hanno attirato l’attenzione di clienti illustri, tra cui politici, attori e leader aziendali di tutto il mondo. La filosofia di Marinella si basa sull’unicità del prodotto, con una produzione limitata e un attento controllo della qualità.
Le cravatte Marinella sono famose per i loro disegni classici e la qualità dei tessuti. Col tempo, il marchio ha espanso la sua offerta includendo altri accessori come foulard, profumi, orologi e borse, sempre mantenendo il focus sulla qualità e sull’eccellenza artigianale. Il successo di Marinella dimostra come un’azienda familiare possa diventare un simbolo di lusso riconosciuto a livello internazionale, mantenendo le sue radici e i suoi valori nel corso del tempo.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti