Economia

Manovra: salta norma Pos, resta aumento pensioni minime. Tutte le novità

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Il Governo fa retromarcia sul Pos. È il risultato della trattativa con Bruxelles, che giorni fa, in occasione del disco verde sulla manovra aveva criticato la decisione dell’esecutivo italiano di fissare una soglia di 60 euro per rendere obbligatoria per i commercianti l’accettazione di carte di pagamento (bancomat, carte di credito etc), che secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe dovuto rilanciare l’economia e aiutare i commercianti.

Ma che secondo la Commissione Ue sarebbe in contrasto con gli obiettivi del Pnrr. Risultato finale: il provvedimento sparisce dal manovra. Per metterci una pezza, il governo dovrebbe ora inserire una norma per inserire in manovra crediti di imposta per le commissioni pagati dai negozianti che finiscono a carico di tutti i contribuenti.

“Spero che ci sia un’ulteriore riflessione” ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aggiungendo che il governo è disponibile a nuove interlocuzioni sulla questione con la Commissione europea. Sul tramonto della norma sul Pos il ministro ha spiegato che il governo caldeggia forme di “ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni sulle transazioni” elettroniche.

Tutti gli emendamenti alla manovra

Ma quello del Pos è solo uno dei ritocchi alla manovra, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. Una finanziaria che ha pochi margini di azione, visto che la stragrande maggioranza delle risorse andrà al contenimento del caro energia, intervenendo per calmierare le bollette di imprese e famiglie. In serata, sono arrivati gli emendamenti definitivi del governo. Tra le novità più importanti spicca l‘aumento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75. Ma la misura vale solo per il 2023. Giorgetti ha spiegato:

“Abbiamo previsto la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, è stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi”.

Per il reddito di cittadinanza (RdC) viene confermata la riduzione da 8 a 7 mesi delle attuali mensilità del sostegno. Mentre i datori di lavoro che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre con contratto a tempo indeterminato i beneficiari del RdC si è aumentato da 6 mila e 8 mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali.

Per quanto riguarda invece il tetto del reddito per il taglio del cuneo fiscale di un ulteriore punto percentuale, il ministro ha affermato che “passerà da 20 a 25mila”. Nel maxi emendamento del governo alla manovra, trova spazio “una vecchia norma del 2012 che permette ai titolari di contratti di mutui ipotecari di tornare dal tasso variabile al tasso fisso“.

Tra gli altri emendamenti quello per prorogare “al 31 dicembre” la presentazione della Cilas per il superbonus e “la maggiorazione dell’assegno unico per le famiglie con quattro figli o più”, ha aggiunto il ministro. Nel pacchetto anche l’aumento “dell’indennità parentale per in via alternativa” e il rialzo della percentuale di rivalutazione delle pensioni “tra 4 a 5 volte la minima e ridotta quella degli assegni a salire”.