(Teleborsa) – E’ necessario rendere obbligatorio l’indicazione in etichetta della provenienza del grano impiegato nella pasta per consentire scelte di acquisto consapevoli soprattutto in una situazione in cui i volumi di importazione sono così rilevanti. E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle dichiarazioni di Italmopa, nel ribadire la richiesta di maggiore trasparenza dell’informazione per il piatto piu’ amato dagli italiani che, in un caso su tre, è fatto con grano straniero senza alcuna informazione per il consumatore. Garantire la libertà di scelta dei consumatori sulla base di una corretta informazione non significa mettere in discussione le importazioni, ma semplicemente evitare che – precisa la Coldiretti – venga “spacciato” come italiano un prodotto fatto con grano messicano, turco o del Kazakistan come spesso avviene. Oltre un miliardo di chili di pasta “italiana” all’anno sono prodotti secondo la Coldiretti con grano extracomunitario senza alcuna indicazione in etichetta perché non è ancora obbligatorio indicare la provenienza della materia prima utilizzata. Un traffico che – sottolinea la Coldiretti – favorisce le speculazioni dal campo alla tavola con un chilo di grano che è venduto in Italia, su valori simili a quelli di venti anni fa ad un prezzo di circa 16 centesimi. Secondo i dati Ismea – conclude la Coldiretti – la campagna 2008/09 si è conclusa con prezzi all’origine diminuiti rispetto a quella precedente, del 41 per cento per il grano duro.
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