Editoriali

L’inflazione sale e i conti correnti sono sempre più a rischio

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L’inflazione non la si vedeva così elevata da oltre 40 anni. Ed invece, eccola qui, pronta ad erodere i nostri conti correnti arrivati alla cifra record di 1.854 miliardi di euro.

Come la si combatte?
1- Rimanendo Investiti.
2- Investendo in azioni.
3-Mantenendo la liquidità ai minimi indispensabili.

 

 

Ma come si gestisce un portafoglio quando c’è inflazione?


Quali scelte d’investimento bisognerebbe fare?

Gli investitori sono naturalmente preoccupati per l’inflazione e il suo impatto negativo sul potere d’acquisto della loro ricchezza investita. Si può mitigare il suo impatto superandola o coprendosi contro di essa.

Un nuovo studio accademico ha esaminato la relazione tra l’inflazione statunitense e la performance di varie classi di attività su un lungo periodo di tempo (1927-2020). Lo studio mostra che la stragrande maggioranza delle classi di attività ha generato rendimenti medi positivi (ad eccezione della liquidità,).

 

I risultati dello studio suggeriscono che la copertura dall’inflazione non è gratuita.

Il giusto mix di asset per la crescita e gli scopi di copertura dipendono in definitiva dagli obiettivi e dalle esigenze dell’investitore. La buona notizia è che la maggior parte degli asset globali studiati sono stati in grado di superare l’inflazione statunitense nel lungo termine.
Quindi, rimanere semplicemente investiti può essere di per sé una soluzione efficace a lungo termine ai problemi di inflazione.

 

Sicuramente la scelta peggiore, anche in questo caso resta la liquidità.

Purtroppo gli italiani continuano ad accantonare denaro in conto corrente. La paura fa 90 di solito. A dicembre ha fatto 40, i 40 miliardi nuovi che sono finiti sui conti correnti.
Il computo totale  di 1.854 miliardi. Una somma che fa gola, perché a mantenerla lì, con l’inflazione che sale, si fa il gioco delle banche centrali che recuperano un po’ dell’eccesso di debito emesso. Insomma, se prima non avere tanta liquidità rappresentava una scelta, oggi, non averla rappresenta una Necessità.