Società

Leader spiati al G20 del 2009 da UK e Usa

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LOUGH ERNE (IRLANDA DEL NORD) – Ci sara’ il nodo della crescita, cosi’ come l’emergenza del lavoro per i giovani – tema fortemente voluto dall’Italia di Enrico Letta – e la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Ma il G8 che si aprira’ oggi a Lough Erne, in Irlanda del Nord, sara’ dominato dal dossier Siria. Tutti temi che i quattro leader europei che siedono al tavolo del summit – Letta, Merkel, Holland e Cameron – cercheranno di affrontare con una voce sola, dopo essersi confrontati con i vertici europei – il presidente della commissione Jose Manuel Barroso e quello del consiglio, Herman Van Rompuy – in un pre-vertice per mettere a punto una strategia comune.

Sui temi economici ma anche e soprattutto sulla Siria dove le posizioni, nel vecchio continente, sono ancora a macchia di leopardo su un possibile sostegno ai ribelli. Sul dossier siriano, riguardo al quale e’ arrivato oggi anche l’appello ai Grandi della Terra di Papa Francesco – che ha scritto al ‘padrone di casa’ David Cameron ”auspicando” un contributo del Summit per un ”cessate il fuoco” e per portare tutte le parti al tavolo dei negoziati -, i riflettori sono puntati sull’atteso faccia a faccia tra Obama e Putin.

Con il presidente americano che e’ ormai convinto del superamento della ‘linea rossa’, l’uso delle armi chimiche da parte del regime, ed e’ pronto ad armare i ribelli. E quello russo, alleato di Bashar al-Assad, orientato invece a ribadire quello che gia’ oggi a Londra ha ripetuto senza mezzi termini: niente armi ”a chi mangia le viscere dei suoi nemici”.

Posizioni che ”restano lontane”, ha sintetizzato Cameron, che prima di partire per Lough Erne ha incontrato a Dowing Street proprio Putin. Ma se la Siria fara’ da ‘piatto forte’ – con la politica estera al centro della cena di lavoro dei Grandi di stasera – il primo giro di tavolo, la prima sessione dei lavori, nel pomeriggio, sara’ dedicata all’economia. O meglio a crisi e crescita, in un G8 che si pone come ‘crocevia’ verso il prossimo Consiglio Ue di fine mese e, in prospettiva, verso il G20.

E dal quale – e’ il forte auspicio italiano – si attendono segnali sul fronte della lotta alla disoccupazione giovanile che Letta si e’ battuto divenga parte integrante del comunicato finale del vertice: con un ”riferimento” esplicito, e’ l’obiettivo del premier italiano, che a Lough Erne probabilmente cerchera’ la sponda di Obama, attento a quanto sta avvenendo in Europa e da sempre poco convinto della via ultra-rigorista preferita dalla Germania di Angela Merkel.

Letta, che domani incontrera’ per la prima volta di persona l’inquilino della Casa Bianca, ha dalla sua anche il collega francese Francois Hollande che ha gia’ detto di volere dal G8 ”un segnale forte su crescita e occupazione”. Temi che i Grandi sono chiamati ad affrontare anche tra le righe del messaggio che rimbalza da Roma dal pontefice: ”Il denaro e gli altri mezzi politici ed economici devono servire e non governare, tenendo presente che la solidarieta’ gratuita e disinteressata e’, in modo apparentemente paradossale, la chiave del buon funzionamento economico globale”.

Ma in un’Irlanda del Nord blindata in un’operazione di sicurezza senza precedenti nella zona – con no-fly e no-sail area (vista la zona di laghi e canali dove si trova il resort che ospita i leader) e almeno 8 mila agenti pronti a tenere a bada le proteste, previste soprattutto a Belfast – Cameron punta anche a spuntare un altro risultato della sua presidenza G8: un passo avanti nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Attaccando non solo i paradisi fiscali (arriva a Lough Erne con in tasca un accordo appena concluso con i ‘regni’ dell’off-shore), ma anche cercando di portare a casa un primo passo, ‘una minimum tax’ sui profitti esteri delle multinazionali. Il tema delle tasse e’ la prima delle ‘3 T’ – unitamente a trasparency e trade – che la presidenza inglese del G8 si e’ posta come priorita’. Puntando pure a segnare un ‘punto’ nella partita per l’avvio dei negoziati Ue-Usa sull’accordo di libero scambio. Di carne al fuoco al G8 di domani e dopodomani, dunque, ce ne e’ tanta – non ultimi la crisi libica ed il processo di pace in Mo – e il rischio dell’inconcludenza, come altre volte in passato, e’ alto. Con il formato a otto, che cerca disperatamente di riprendersi un ruolo che ormai appare offuscato dal G20, ancora una volta messo a dura prova.

Telefonate di leader e delegazioni straniere intercettate e computer spiati. E’ l’attivita’ che i servizi d’intelligence britannici e americani avrebbero condotto durante il G20 di Londra 2009. A rivelarlo e’ oggi il Guardian online, a pochi giorni dall’esplosione dello scandalo ‘Datagate’ negli Usa e alla vigilia del vertice G8 in Irlanda del Nord.

I controlli sarebbero stati eseguiti dal Gchq britannico, ma anche da agenti del Nsa Usa che avrebbero spiato conversazioni segrete dell’allora presidente russo, Dmitri Medvedev. Il Guardian cita il contenuto di documenti top secret svelati da Edward Snowden, la fonte che ha smascherato l’esistenza del programma segreto di sorveglianza americano Prism, rivelandolo attraverso le colonne dello stesso giornale. Stando a questa fonte, il G20 del 2009 sarebbe stato caratterizzato da un articolato sistema di spionaggio delle conversazioni di intere delegazioni, come quella guidata dal ministro delle Finanze turco, e dei leader presenti al vertice: attraverso l’installazione di internet point truccati con software-spia e il controllo capillare del sistema dei Blackberry utilizzati dagli ospiti.

L’infiltrazione sarebbe stata autorizzata sul fronte britannico dall’allora primo ministro laburista, Gordon Brown. Ma avrebbe coinvolto anche un pool di agenti della National Security Agency (Nsa) americana – la stessa che gestiva il programma Prism – basati nel Regno Unito e interessati in particolare a Medvedev. Nel rapporto relativo ai controlli fatti sulle conversazioni dell’allora inquilino del Cremlino (oggi primo ministro), mettono fra l’altro in evidenza – stando ai documenti in possesso del Guardian – ”un cambiamento” nel sistema di trasmissione delle comunicazioni del leader russo verso Mosca, attraverso l’ambasciata a Londra. Questa nuova ondata di rivelazioni, a poche ore dall’avvio del G8, rischia di proiettare più di un’ombra d’imbarazzo sul vertice imminente. (ANSA)