Economia

Lavoro, prima battuta d’arresto in Italia dopo un anno

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A luglio 2022 il numero di occupati resta stabile sopra i 23,2 milioni pur registrando, per la prima volta da agosto 2021, un lieve calo. Così l’Istat, che ha diffuso oggi i dati sul lavoro in Italia. Secondo l’istituto, l’occupazione è scesa (-0,1%, pari a -22 mila) tra le donne, i dipendenti a tempo indeterminato, gli autonomi e tutte le classi d’età, con l’eccezione dei maggiori di 50 anni tra i quali cresce. Una crescita che si registra anche tra uomini e dipendenti a termine.

I dati dell’Istat sul lavoro

Il tasso di occupazione è calato al 60,3% (-0,1 punti). La riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,6%, pari a -32mila unità rispetto a giugno) si osserva per entrambi i sessi e principalmente tra i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione cala al 7,9% (-0,1 punti) e sale al 24,0% tra i giovani (+0,1 punti). La crescita del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,4%, pari a +54mila unità) coinvolge uomini e donne e le classi d’età al di sotto dei 50 anni. Il tasso di inattività sale al 34,4% (+0,2 punti). Confrontando il trimestre maggio 2022-luglio 2022 con quello precedente (febbraio 2022-aprile 2022), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 140 mila occupati in più. La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-4,2%, pari a -89 mila unità), sia degli inattivi (-0,6%, pari a -79 mila unità). Il numero di occupati a luglio 2022 supera quello di luglio 2021 del 2% (+463mila unità); l’aumento è trasversale per genere ed età. L’unica variazione negativa si registra tra i 35-49 enni per effetto della dinamica demografica; il tasso di occupazione, in aumento dell’1,6%, sale infatti anche tra i 35-49 enni (+1,5 punti) perché, in questa classe di età, la diminuzione del numero di occupati è meno marcata di quella della popolazione complessiva. Rispetto a luglio 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-13,3%, pari a -304 mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,3%, pari a -433 mila).  Gabriel Debach, market analyst di eToro, ha commentato:

“Se l’evoluzione dell’economia dell’Italia è vista al ribasso, l’occupazione (provvisoria) segna un mercato in miglioramento, con la disoccupazione in calo al 7,9%, ovvero sul valore più basso da aprile 2020. Dato che invece continua a maschera una realtà non così netta, con un calo degli occupati di 22 mila persone e una crescita registrata solamente con contratti a termine. Non certo una buona prospettiva per entrare in un’eventuale recessione economica futura. Tra incertezza del lavoro e la continua erosione dell’inflazione, il futuro delle famiglie più in difficoltà non è di certo il più roseo”.

Sul fronte del lavoro si registra una prima battuta d’arresto, con gli occupati che a luglio 2022 diminuiscono di 22 mila unità su giugno, registrando il primo calo da agosto 2021. Lo afferma il Codacons. Il suo presidente Carlo Rienzi ha commentato:

“Al di là dei numeri forniti oggi dall’Istat, i veri problemi sul fronte dell’occupazione si avvertiranno nei prossimi mesi. Inflazione e caro-bollette rappresentano emergenze che potrebbero avere un effetto tsunami sul mercato del lavoro, determinando una inevitabile riduzione dei consumi con effetti diretti su industria, imprese e disoccupazione. Per tale motivo il Governo deve adottare subito misure efficaci sul fronte di bollette, alimentari, carburanti e prezzi, perché il rischio concreto è quello di una “Caporetto” per l’economia italiana e un ritorno ai tempi bui della crisi del 2008”.

Le novità per lo smart working

Infine si segnala sul fronte lavoro le novità in arrivo da oggi 1° settembre per lo smart working. Da oggi difatti entrano in vigore le nuove norme contenute nel decreto Semplificazioni, pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” lo scorso 19 agosto dopo che il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, ha emanato il decreto di attuazione della norma.

In sostanza scadono le regole che erano state elaborate per fare fronte all’emergenza Covid e ci si assesta una gestione “ordinaria” del lavoro agile. Dal primo settembre il datore di lavoro è tenuto a una semplice “comunicazione dei nominativi dei lavoratori e della data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile, da trasmettersi in via telematica al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”. Le informazioni saranno messe a disposizione dell’Inail. Le aziende non dovranno comunicare l’accordo individuale, fermo restando l’obbligo di stipula, in modo da rendere più agevole l’accordo stesso. In caso di mancata comunicazione di questi dati, sarà applicata una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore interessato.