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Area euro: economia rallenterà ancora. Attesi nuovi rialzi dei tassi

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Oggi abbiamo aumentato di 75 punti base i tre principali tassi di interesse della BCE e prevediamo di aumentarli ulteriormente per garantire il tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine. Con questo terzo importante aumento consecutivo dei tassi, abbiamo compiuto progressi sostanziali nella riduzione dell’accomodamento della politica monetaria. Anche le modifiche ai termini e alle condizioni delle nostre operazioni di rifinanziamento a più lungo termine contribuiranno al processo di normalizzazione in corso.

Così la presidente della Bce Christine Lagarde nel corso del suo intervento a seguito della riunione di politica monetaria tenutasi oggi, 27 ottobre 2022.

Insieme a Lagarde, Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE i quali hanno sottolineato di aver preso la decisione odierna, e prevedono di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, per assicurare il tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di inflazione a medio termine del 2%.

È probabile che l’attività economica nell’area dell’euro sia rallentata in modo significativo nel terzo trimestre dell’anno e ci aspettiamo un ulteriore indebolimento nel resto di quest’anno e all’inizio del prossimo sottolineano Presidente e vicepresidente.

Riducendo i redditi reali delle persone e facendo aumentare i costi per le imprese, l’inflazione elevata continua a frenare la spesa e la produzione. Le gravi interruzioni nella fornitura di gas hanno ulteriormente peggiorato la situazione e la fiducia dei consumatori e delle imprese è scesa rapidamente, pesando anch’essa sull’economia. La domanda di servizi sta rallentando, dopo la forte performance dei trimestri precedenti, quando i settori più colpiti dalle restrizioni legate alla pandemia hanno riaperto i battenti, e gli indicatori basati sulle indagini per i nuovi ordini nel settore manifatturiero sono in calo. Inoltre, l’attività economica globale cresce più lentamente, in un contesto di persistente incertezza geopolitica, soprattutto a causa della guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina, e di condizioni di finanziamento più rigide. Il peggioramento delle ragioni di scambio, in quanto i prezzi pagati per le importazioni aumentano più rapidamente di quelli ricevuti per le esportazioni, sta pesando sui redditi nell’area dell’euro.

Focus anche sul mercato del lavoro che, a detta di Lagarde, ha continuato a registrare buoni risultati nel terzo trimestre e il tasso di disoccupazione è rimasto al livello storicamente basso del 6,6% in agosto.

Sebbene gli indicatori a breve termine suggeriscano che nel terzo trimestre sono stati ancora creati posti di lavoro, l’indebolimento dell’economia potrebbe portare a un aumento della disoccupazione in futuro.

Secondo il numero uno della banca di Francoforte, per limitare il rischio di alimentare l’inflazione, le misure di sostegno fiscale per proteggere l’economia dall’impatto dei prezzi elevati dell’energia dovrebbero essere temporanee e mirate ai soggetti più vulnerabili.

I responsabili politici dovrebbero fornire incentivi per ridurre i consumi energetici e sostenere l’approvvigionamento energetico. Allo stesso tempo, i governi dovrebbero perseguire politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici di debito pubblico. Le politiche strutturali dovrebbero essere concepite per aumentare il potenziale di crescita e la capacità di offerta dell’area dell’euro e per incrementare la sua resilienza, contribuendo così a ridurre le pressioni sui prezzi a medio termine. La rapida attuazione dei piani di investimento e di riforma strutturale nell’ambito del programma UE Next Generation darà un importante contributo a questi obiettivi.

L’inflazione è salita al 9,9% a settembre, riflettendo ulteriori aumenti in tutte le componenti.  “È probabile che la solidità dei mercati del lavoro – sostiene Lagarde – sostenga l’aumento dei salari, così come un certo recupero dei salari per compensare l’aumento dell’inflazione. I dati salariali in arrivo e i recenti accordi salariali indicano che la crescita dei salari potrebbe essere in ripresa. La maggior parte delle misure delle aspettative di inflazione a lungo termine si attesta attualmente intorno al 2%, anche se ulteriori revisioni al di sopra dell’obiettivo di alcuni indicatori giustificano un monitoraggio continuo”.

“Le nostre future decisioni sui tassi di interesse continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio basato sulle singole riunioni. Siamo pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti nell’ambito del nostro mandato per garantire che l’inflazione torni al nostro obiettivo di medio termine” ha concluso la numero uno della Bce.