Economia

L’EDITORIA UNIVERSITARIA NELL’ERA DEL WEB

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(9Colonne) – Napoli, 14 mar – Nel 2006 l’utilizzo misto della lettura di format editoriali tradizionali e quella fatta dal Web ha riguardato il 39% dei giovani 13-24enni. Questa modalità – anziché ridursi come ci si potrebbe immaginare – aumenta tra gli “internauti” fino al 62%. Questo mix tra libri (e quindi manualistica che qualche anno fa veniva stimata in circa 100-110 milioni di euro) e web comporta una ridefinizione molto complessa dei prodotti editoriali, del sistema tecnologico di distribuzione dei contenuti, dei modelli di business delle imprese editoriali (siano esse case editrici universitarie o university press). Se ne parlerà a Napoli dal 16 al 19 marzo in un convegno intitolato “Editoria universitaria: tra manuali e navigazione su Internet”. L’incontro approfondirà due diversi, nuovi processi. Il primo è relativo al peso significativo che hanno, soprattutto in alcuni segmenti, i marchi editoriali stranieri, come evidenziato dai dati di adozione rilevati dalla banca dati Athena: ad ingegneria è il 15,2%, a economia il 28,9%, ecc. Solo a lettere e filosofia è inferiore al 2% (1,7%). Il secondo aspetto – sempre derivato da questa banca dati implementata dall’Accu (Associazione delle cooperative culturali universitarie) – è la quota di mercato detenuta da “altri strumenti didattici” come materiali di apprendimento: si tratta di dispense, siti Web da cui scaricare slide o .pdf, appunti dei docenti, ecc. Si va dal 10,9% ad economia e commercio al 14% a psicologia e al 15,6% a lettere e filosofia, si sale al 25,4% ad ingegneria. Naturalmente questi processi vanno a impattare (e vanno inquadrati) su un mercato in cui gran parte delle risorse continuano a venir drenate dalla fotocopiatura e dalla riproduzione illegale. Così mentre i fattori di eccellenza produttiva (soprattutto in alcuni ambiti disciplinari) faticano a trovare le vie dell’internazionalizzazione da parte dei marchi storici dell’editoria universitaria italiana, quote significative di mercato domestico sono occupate da marchi e gruppi internazionali.