Kaspersky, in Italia si riapre il caso dell’antivirus russo amato da PA e aziende

di Mariangela Tessa
Pubblicato 11 Marzo 2022 • Aggiornato 26 Aprile 2022 16:02

In Italia si riapre il caso Kaspersky, ovvero la società russa il cui antivirus gira sui dispositivi della Pubblica amministrazione e nel cuore della sicurezza nazionale, oltre che su qualche milione di dispositivi privati in Italia e in Europa.

Con l’invasione russa dell’Ucraina, la questione della sicurezza software russo sta emergendo in tutta la sua gravità. Se l’azienda ha sempre negato, e continua a farlo, qualsiasi rapporto subordinato con il governo russo, da più parti emergono interrogativi. Al momento le sue attività non sono ancora state fermate dalle sanzioni, come chiarito nei giorni scorsi da una nota ufficiale. Ma è ancora sicuro utilizzare un antivirus russo in un contesto di tensioni globali?

Via a interrogazione parlamentare

In un’intervista di qualche giorno fa al Riformista, l’analista Fabio Pietrosanti ha spiegato che i rapporti dell’azienda russa con la Pubblica amministrazione italiana sono stretti: dalla Guarda di Finanza al comune di Catanzaro, dalla Farnesina all’Atac, sono più di 2700 le partnership con il settore pubblico. Senza contare le partnership con aziende private. Tra le più note c’è quella con la Ferrari, ormai decennale che prevede, oltre alla sponsorship su auto e divise, l’uso del software made in Russia.

La denuncia fatta da Il Riformista – con l’intervista a Fabio Pietrosanti– ha causato un’interrogazione parlamentare del gruppo ambientalista alla Camera con primo firmatario Paolo Romano. Eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle e ora membro del gruppo misto, Romano ha definito  il software russo come “potenzialmente pericoloso” spiegando che l’azienda collabora con il Cremlino e fornisce “infrastrutture di rete” ai siti dei ministeri e del governo russo. Per questi motivi Romano ha chiesto di verificare l’utilizzo del software nei sistemi della pubblica amministrazione italiana. In particolare, secondo Romano il “possibile rischio” è quello che l’azienda russa importi malware nei pc che invece dovrebbe proteggere, mettendo così a rischio infrastrutture e informazioni.

Kaspersky nel mirino degli Usa dal 2017

Non è la prima volta che qualcuno solleva dubbi sulla sicurezza di Kaspersky. Era già successo nel settembre 2017, quando il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale Usa aveva ordinato a tutte le agenzie governative di non utilizzare più i prodotti dell’azienda. “Il Dipartimento è preoccupato dei legami di alcuni funzionari di Kaspersky con l’intelligence russa” si spiegava in una nota. Risultato finale, l’azienda, dopo aver rispedito al mittente tutte le accuse, nel maggio del 2018 ha annunciato lo spostamento in Svizzera per i server dei clienti di Europa, Nord America, Singapore, Australia, Giappone e Corea del Sud.