Società

Italia: politiche incomprensibili secondo “l’ombra della Cia”

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New York – “L’ombra della Cia” non e’ un ente governativo come la nota agenzia di spionaggio americana. Si chiama ‘Stratfor’ e sull’Italia ai tempi dell’ultimo governo Silvio Berlusconi III dice “politiche incomprensibili, i partiti cambiano constantemente faccia”.

Al centro dei segreti dell’azienda privata c’e’ una rete di societa’ collaboratrici – tra cui Dow Chemicals, Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon e anche agenzie statali – cosi’ come di gole profonde disseminate per il pianeta, che consentono all’azienda di assumere informazioni ovunque.

Dal Kazakhstan alla Moldavia, dalla Cina fino all’Italia di Berlusconi. Generali, politici, accademici, hacker, giornalisti, spie e diplomatici. Nella lista compare anche almeno un italiano.

I gruppi media L’Espresso’ e la Repubblica hanno avuto accesso con un pool di altri organi di stampa internazionali (The Hindu, Pagina 12, Rolling Stone, La Nacion) ai ‘Global Intelligence Files’: 5,3 milioni di email interne, documenti ottenuti da WikiLeaks e che l’organizzazione di Assange inizia oggi a pubblicare sul sito.

Nel dicembre scorso, racconta L’Espresso, Stratfor e’ stata al centro di un attacco hacker da parte del collettivo ‘Anonymous’, finito per la prima volta nelle cronache dei giornali internazionali nel 2010 per aver organizzato una rappresaglia informatica a livello mondiale contro le carte di credito Visa e Mastercard, che hanno tagliato le donazioni a WikiLeaks.

In materia economica, l’Italia e’ considerata come il probabile prossimo viatico di ingresso della Russia ai mercati energetici Ue. Sulla finanza l’agenzia dice che le banche milanesi sono “tra le piu’ potenti d’Europa”, in particolare nei Balcani e vanno pertanto tenute d’occhio.

Stando a quanto che emerge dalle comunicazioni interne, Stratfor non ha protetto le identita’ di molte delle sue fonti. Tra i file si possono trovare nomi, cognomi, giudizi sull’affidabilita’ delle gole profonde, sistemi per contattarle e a volte perfino le ragioni per cui forniscono le informazioni.

WikiLeaks ha fatto sapere che, per decidere quali documenti rilasciare, si basera’ sui giudizi dei giornali partner. L’Espresso e La Repubblica hanno deciso di non rilasciare i file riguardanti le fonti. Nel database figura il nome di almeno un ambasciatore italiano.