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Italia: graduatoria dell’indignazione

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Italia: graduatoria dell’indignazione

Nel mentre vedo politici che si scandalizzano per la intervenuta equiparazione dei reati contro la Pubblica amministrazione – come il peculato, la corruzione propria e impropria, la corruzione giudiziaria, la concussione e l’induzione indebita fino allo stalking – a quelli di mafia.

Insomma, con la legge appena approvata il “corrotto è equiparato al mafioso” e pertanto sono applicabili le Misure di prevenzione personali – come l’obbligo o divieto di soggiorno, l’obbligo di firma – o patrimoniale come, il sequestro e la confisca dei beni, anche per equivalenza.

Quando vedo sindaci che prendono “ordini” da un imprenditore affiliato ad una organizzazione mafiosa come la ‘ndrangheta, faccio onestamente fatica a comprendere le ragioni di tanto stupore.

Anche se allo stato possiamo parlare solo in termini di ipotesi investigativa visto che l’indagine è appena iniziata[1], la commistione dell’azione amministrativa nel funzionamento della Pubblica amministrazione con fenomeni di infiltrazione criminale non la scopriamo certamente oggi.

Il funzionario pubblico che asseconda gli appetiti e gli interessi della criminalità in materia di licenze, appalti e/o contributi pubblici sul territorio, lo fa perché è minacciato, perché è colluso o perché è fesso?

La politica ha il compito di tutelare la comunità che amministra da quelli che sono i comportamenti che producono un maggior allarme sociale e questo della corruzione per ogni dove, mi sembra che caschi a fagiolo.

L’equiparazione a mio avviso non solo appare opportuna, ma addirittura doverosa.

Scandalo Università

Analoga indignazione mi produce la vicenda riguardante l’assegnazione di incarichi, cattedre e docenze in ambito universitario dove ahimè, la baronia ci riporta ai tempi del Medioevo.

Il merito cos’è? Qualcosa che si mangia?

Il nostro fallimento sarà totale quando non riusciremo neanche più ad indignarci rappresentando questo, l’unico sentimento che ci potrà salvare dal baratro.

Un Paese che non riesce a porre argini a questo malcostume è destinato a scomparire.

Terremoto centro Italia – Residenze fittizie

Quello che è successo ad Accumoli ed Amatrice, due dei principali Comuni del centro Italia interessati dal gravissimo evento sismico dell’estate del 2016 ha dell’incredibile, superando finanche la fantasia.

Al netto di regole astruse e spesso complicate dove la burocrazia invece di ostacolare facilita certi processi truffaldini. In questo caso, sarebbe bastato dire che il contributo pubblico viene riconosciuto soltanto a chi è risultato risiedere nelle aree interessate alla data dell’evento sismico, contrastando sul nascere trasferimenti di residenza intervenuti successivamente.

Oltre cento nuclei familiari hanno trasferito la propria residenza nella seconda casa allocata in quelle aree al solo fine di usufruire di agevolazioni, indennità o contributi pubblici.

Conclusioni

Con episodi di questa portata cosa dobbiamo fare per recuperare un minimo di decorosa dignità in grado di consentirci di guardare al futuro con un minimo di ottimismo.

Chiediamo alla politica di scrivere le regole, magari anche copiando processi virtuosi già esistenti in altri Stati.

Anche copiare è un’arte.

Nel frattempo, indigniamoci tutti!

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[1] https://www.wallstreetitalia.com/ndrangheta-politica-24-arresti-in-lombardia/