Italia patria di lusso e cultura, ma scoraggia gli investitori. Ecco perché

di Gianmarco Carriol
4 Febbraio 2023 17:04

L’Italia? Un paese che esporta lusso, gastronomia e cultura, ma non un luogo adatto a investire e fare impresa. Lo dice la ricerca su “Il Nation Branding: l’impatto dell’immagine di un Paese sull’economia”, condotta da Rome Business School. 

Secondo lo studio, nonostante l’Italia si posizioni al 4º posto nell’Anholt-Ipsos Nation Brands Index, l’eccessiva burocrazia e le difficoltà nell’avviare un’attività economica, scoraggiano gli investitori.

I principali indicatori, come l’Ease of Doing Business Index della Banca Mondiale, mostrano che l’Italia non è tra i paesi più facili per avviare e sviluppare un’attività d’impresa. Nell’indicatore “Starting a Business”, l’Italia occupa il 98° posto e per quanto riguarda l’accesso al credito, addirittura il 119º posto. Tuttavia, l’Italia è al primo posto per facilità di gestire gli aspetti doganali. Nell’Index of Economic Freedom della Heritage Foundation, l’Italia si posiziona al 33º posto sui 45 paesi europei analizzati.

Passando invece alla valutazione del brand nazionale, Brand Finance Nation Brands pone l’Italia al 9º posto (2021). Nel 2022, il valore del brand Italia è stimato a circa di 1.819 miliardi di euro (+8,6% rispetto al 2021, superando i livelli del 2019)

L’Italia continua ad attrarre con il turismo

L’Italia ha un ruolo importante nella cultura, patrimonio artistico e gastronomia, ma per diventare un luogo attraente per gli investimenti e le attività imprenditoriali, è necessario superare le difficoltà burocratiche e aumentare l’accesso al credito. Il nuovo Ministero delle Imprese e del Made in Italy potrà rappresentare un passo in questa direzione.

Nonostante questi dati negativi, l’Italia continua ad essere una delle nazioni più attraenti al mondo per quanto riguarda il turismo. La sua storia, la cultura e il patrimonio artistico attirano ogni anno milioni di visitatori, posizionandola al 6º posto nella classifica “Turismo” dell’Anholt-Ipsos Nation Brands Index.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, lanciato recentemente, ha l’obiettivo di rafforzare la reputazione dell’Italia come nazione all’avanguardia in termini di qualità e stile di vita, attraverso una maggiore promozione delle esportazioni di prodotto e servizi, nonché attraverso la valorizzazione dei distretti industriali e dei settori innovativi.

La performance dei brand italiani: al top il lusso e l’agroalimentare

I principali brand italiani sono percepiti come garanzia di qualità, autenticità e stile (Kantar, 2022), ma non sono tra i più prestigiosi al mondo. Il report di Brand Finance, volto a valutare i marchi con maggior valore al mondo, rivela che i brand con più valore nel 2022 sono Apple, Amazon e Google. Il primo marchio italiano è Gucci, alla posizione numero 108, poi ci sono Enel (144) ed Eni (193). Mettendo insieme tutti i marchi monitorati da Brand Finance, l’Italia non rientra neppure tra le prime nove nazioni al mondo per valore complessivo.

Malgrado il clima di incertezza economica e politica, i brand italiani più importanti continuano a crescere. I 30 marchi italiani più preziosi nel 2022 hanno generato, secondo l’analisi di Kantar un valore combinato di circa 128,7 miliardi di dollari.

La top-30 dei migliori brand italiani secondo Kantar raccoglie una grande varietà settoriale: fashion, food & beverages, telecomunicazioni, automotive e energia. Le aziende meglio posizionate sono Gucci, Enel e Kinder. La categoria con migliori performance è il lusso, con 7 brand che rappresentano il 42% del valore totale.

Rilanciare l’Italia

La ricerca di Rome Business School sottolinea l’importanza di una strategia di nation branding ben concepita per la crescita economica dell’Italia. Per il futuro, sarà necessario lavorare per rafforzare l’immagine del paese, non solo come luogo di turismo, ma anche come luogo dove investire, fare affari e crescere. Aldo Pigoli, uno degli autori della ricerca, afferma:

“Per lungo tempo vi è stato un deficit di strategia organica, coordinata e unitaria, atta a permettere all’Italia di essere percepita ancora più favorevolmente nel contesto internazionale. Nell’ultimo decennio il sistema Paese italiano, a partire dalle sue istituzioni, ha preso consapevolezza circa la rilevanza di definire, rafforzare e tutelare il brand nazionale nello scenario internazionale. Questa strategia va continuata e accompagnata da un’attività di market intelligence, utile al monitoraggio dei progressi ottenuti dal nation branding per l’Italia nei mercati esteri”.