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Istat conferma accelerazione prezzi: inflazione al 6,5% a marzo

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Sale, anche se leggermente sotto le stime preliminari, linflazione in Italia nel mese di marzo. Secondo i dati ISTAT, l’indice dei prezzi al consumi ha segnato un aumento dell’1% su base mensile e del 6,5% su base annua (dal +5,7% del mese precedente): la stima preliminare era +6,7%. Lo ha reso noto l’Istat.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +50,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +36,4%) mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio).

Accelerano anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (da +3,1% a +3,9%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%), quelli dei Beni durevoli (da +1,2% a +1,6%) e dei Beni semidurevoli (da +1,0% a +1,5%). I prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +1,9% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +1,5% per la componente di fondo.

Codacons: “mazzata per i consumatori”

Una “mazzata” per gli italiani con conseguenze pesanti per l’economia del nostro paese. Cosi commenta il Codacons, l’associazione dei consumatori, i dati Istat diffusi oggi, mettendo in conto una maggiore spesa fino a +2.594 euro annui a famiglia a causa della fiammata dei prezzi.
“Le nostre peggiori previsioni trovano purtroppo conferma nei dati Istat – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione al 6,5%, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +1.997 euro annui per la famiglia “tipo”, e addirittura +2.674 euro annui per un nucleo con due figli”.
“Il caro-prezzi si farà sentire anche sulla Pasqua degli italiani, con le famiglie che per il tradizionale pranzo di domenica dovranno mettere in conto una maggiore spesa di oltre 100 milioni di euro solo per l’acquisto dei generi alimentari – denuncia il presidente Rienzi – Sono infatti in forte salita i listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti legati al pranzo di Pasqua, con la farina, il burro, l’olio, la pasta, il pesce e la verdura che registrano aumenti a due cifre su base annua”.