Economia

IR Top Consulting: da nuovi PIR forte spinta alle IPO su AIM Italia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

“Le nuove regole per la composizione del portafoglio dei PIR daranno un forte contributo alla quotazione in Borsa di piccole e medie imprese italiane volta a finanziare progetti di sviluppo”.  Così Anna Lambiase, fondatore e CEO di IR Top Consulting, commenta l’emendamento, approvato all’unanimità dalla Commissione Finanze della Camera.

Lambiase: “Bene la modifica ai PIR”

Nel dettaglio l’emendamento modifica la disciplina dei PIR, i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine, introducendo per quelli costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020, l’obbligo di investire il 5% del 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

L’emendamento prevede inoltre che casse previdenziali e fondi di investimento possano detenere più di un PIR nel limite del 10% del patrimonio e non prevede obblighi di investimento in quote o azioni di fondi per il venture capital o di fondi di fondi per il venture capital. Una modifica, che a detta di Lambiase, darà nuovo slancio alla raccolta di capitali privati da indirizzare all’investimento nell’economia reale e in particolare nelle PMI quotate e quotande su AIM Italia.

Secondo l’Osservatorio AIM di IR Top Consulting, AIM Italia conta complessivamente 134 società con un giro d’affari nel 2018 pari a 6,3 miliardi di euro, una capitalizzazione di 6,9 miliardi di euro e una raccolta di capitali in IPO pari a 3,8 miliardi di euro, di cui, in media, il 93% proveniente da nuova emissione di titoli. La raccolta è pari a 4,5 miliardi di euro includendo le operazioni sul secondario.

Nel 2019 il mercato azionario delle PMI conta 32 ammissioni, di cui 28 nuove IPO e 4 ammissioni post business Combination, in linea con il 2018 (26 IPO e 5 ammissioni)  e la capitalizzazione totale delle 28 nuove società è pari a 1,1 miliardi di euro. Numeri che confermano come AIM Italia è il primo mercato non regolamentato come numero di IPO in Europa. Commenta così Anna Lambiase:

L’afflusso di nuovi capitali privati a sostegno dell’economia reale, unitamente all’incentivo alla quotazione nella forma del credito d’imposta sul 50% dei costi di IPO, rappresentano per il 2020 le basi di un ulteriore sviluppo per il mercato AIM Italia, che ha registrato negli ultimi anni il maggior numero di collocamenti e nel 2019 – con 32 IPO e 187 ml di euro di raccolta – rappresenta il primo hub finanziario europeo per numero di quotazioni tra i mercati non regolamentati, secondo solo al mercato UK, in netta controtendenza rispetto al resto d’Europa. Un dato che dimostra la qualità dello Sme Growth Market italiano come strumento finanziario per la raccolta di capitale volta a sostenere la crescita delle PMI del nostro Paese.  La quotazione aiuta a rafforzare la struttura finanziaria e i numeri di AIM lo dimostrano: il taglio medio delle operazioni nel 2019 ha raggiunto 5,8 milioni di euro di raccolta di capitale coerente con una dimensione di aziende con fatturato medio pari a 21 milioni di euro.”