“Nel 2018 gli investitori devono aggiungere le commodity ai loro portafogli”. È questa la raccomandazione di Jeffrey Gundlach, ceo della società di investimenti DoubleLine Capital, arrivata durante un’intervista alla Cnbc, in cui l’esperto americano ha puntato il dito soprattutto su petrolio e oro.
A sostegno della sua teoria, l’investitore ha sottolineato la relazione inversa che storicamente caratterizzano i rendimenti del paniere allargato della Borsa Usa, l’S&P 500, e lo S&P Goldman Sachs Commodity Index.
“Se si guarda ai prezzi delle materie prime, questi ultimi si collocano esattamente sui valori che dovrebbero incentivare gli investitori a comprare”.
Gundlach osserva inoltre che le materie prime sono meno costose rispetto alle azioni e, storicamente, la correlazione attuale tra i due indici è in linea con i punti di svolta nei cicli precedenti, quelli iniziati negli Anni 70 e 90. L’indice S& Goldman Sachs Commodity è aumentato del 5% quest’anno, rispetto al +19% del listino generale S&P 500.
Anche da un punto di vista macro – secondo Jeffrey Gundlach – la scelta di puntare sulle commodity ha una giustificazione: il buono stato di salute dell’economia, la riforma fiscale americana che potrebbe creare un nuovo stimolo alla crescita e, infine, quelle che lui definisce come le “assurde” politiche di stimolo monetario messe in atto dalla Banca Centrale europea.