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In un contesto globale in rapido mutamento, dominato da incertezze geopolitiche, riallineamenti strategici e pressioni macroeconomiche, Generali Asset Management mette a punto una proposta di portafoglio tarata sulla gestione della volatilità e sulla resilienza a lungo termine.
Portafoglio anti-crisi
Secondo Antonio Cavarero, Head of Investments di Generali AM, la chiave è una diversificazione selettiva, che permetta di cavalcare i trend strutturali emergenti senza esporsi eccessivamente ai rischi sistemici del breve termine. Il portafoglio modello proposto si articola così:
- 20% in titoli di Stato europei;
- 20% in obbligazioni corporate investment grade;
- 10% in high yield;
- 25% in azioni (difesa e banche europee, settori esposti alla ricostruzione dell’Ucraina, tecnologia europea e, marginalmente, cinese, semiconduttori USA);
- 10% in asset privati come infrastrutture e credito diretto alle imprese;
- 5% in oro e materie prime;
- 10% in liquidità da utilizzare per trarre vantaggio dalla volatilità inevitabile.
Questa strategia, spiega Cavarero, riflette un approccio “realistico”, che invita a “cercare nuove rotte per i capitali, adattandosi a un mondo in continua mutazione”. Per l’esperto, l’obiettivo è “comprendere la complessità, gestire il rischio, ma senza rinunciare alla visione di lungo periodo”.
Uno scenario di forti discontinuità
Nella nota diffusa da Generali AM, Cavarero sottolinea come i primi mesi del 2025 siano stati caratterizzati da una volatilità elevata e da tematiche nuove, che ogni investitore deve affrontare in modo consapevole. Le politiche economiche, commerciali e internazionali dell’amministrazione Trump vengono definite “non ortodosse” e in netta discontinuità con il passato, ponendo la necessità di rivedere la gestione del rischio in funzione di nuovi scenari.
“L’economia mondiale ha prosperato per decenni grazie al commercio internazionale”, osserva Cavarero, “con catene di approvvigionamento che operano oltre i confini nazionali”. Tuttavia, “la scarsa visibilità sul futuro, solo parzialmente mitigata dalle inversioni di rotta dell’amministrazione USA”, rischia di generare squilibri rilevanti, le cui conseguenze potranno essere valutate solo nei prossimi mesi.
Il ruolo delle banche centrali
Le banche centrali, secondo Generali AM, devono agire con estrema cautela. La BCE si trova a fronteggiare politiche fiscali eterogenee tra i Paesi membri e una volatilità valutaria significativa. Un ciclo economico debole, ma privo di spinte inflazionistiche imminenti, potrebbe consentire ulteriori tagli dei tassi.
Negli Stati Uniti, la Federal Reserve si trova in una posizione più complessa. Deve mantenere indipendenza rispetto alle politiche “imprevedibili” dell’amministrazione e basare le proprie decisioni su dati in tempo reale. “Ci sono attese, anche politiche, per tagli dei tassi”, scrive Cavarero, “che la Fed potrebbe consegnare solo dopo avere verificato i dati reali”.
Valuta USA sotto pressione
Nel quadro delineato da Cavarero, le scelte della nuova amministrazione americana hanno probabilmente prodotto “danni semi-permanenti”, minando la fiducia nel sistema economico statunitense. Il tentativo di ridurre il deficit commerciale, senza un’adeguata disciplina fiscale e in assenza di una crescita tangibile, grava sul dollaro, che “raccoglie e riassume tutte le tensioni e le incongruenze di questo periodo”.
“Non è un caso”, osserva Cavarero, “che la prima grande tempesta finanziaria del 2025 abbia visto la discesa contemporanea del dollaro, dei titoli di Stato USA e dello S&P”.
Il nodo del debito USA e la risposta del mercato
Un altro tema centrale riguarda la tenuta dei conti pubblici americani. Secondo Generali AM, il Congresso sarà chiamato a discutere un equilibrio più sostenibile.
“Gli USA hanno accumulato un debito gigantesco”, scrive Cavarero, “e continuano ad alimentarlo con un deficit importante, una delle ragioni della forza della loro economia”. Tuttavia, “in mancanza di una correzione, soprattutto se associata a una crescita più ridotta, il mercato vorrà rendimenti più alti per compensare”.
Separazione strutturale tra USA e Cina
Nel medio-lungo periodo, si confermano alcune dinamiche globali. La contrapposizione tra Stati Uniti e Cina è destinata a durare, anche se mitigata da fasi negoziali. Questo porterà, secondo Cavarero, “a una maggiore separazione delle due piattaforme economiche e produttive, con effetti ampi e potenzialmente inflazionistici”.
Il tema delle relazioni internazionali tese si riflette nella necessità di costruire “catene di approvvigionamento più sicure per beni strategici”, con investimenti rilevanti soprattutto in Europa. In questo quadro, i mercati privati possono contribuire grazie alla stabilità dei capitali impiegati.
Tecnologia e sorprese dalla Cina
Resta centrale anche il tema dell’innovazione. “L’intelligenza artificiale modificherà più nel profondo i processi produttivi”, aumentando la produttività e favorendo il progresso di altre scienze, come il biotech e la ricerca medica. “Nuovi materiali, nuovi strumenti, nuove medicine apriranno inattesi orizzonti di crescita e sviluppo”.
Secondo Cavarero, la Cina potrebbe sorprendere gli osservatori internazionali: “I produttori cinesi già dominano settori come le energie rinnovabili e le batterie, con un complesso militare imponente e un’economia sostanzialmente centralizzata possono essere molto più avanti delle attese nello sviluppo digitale”.