Società

Soldi canone non andranno alla Rai. Intanto esplode caso Varoufakis

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ROMA (WSI) – Mentre la Legge di Stabilità è arrivata al Senato per l’inizio del vaglio parlamentare continuano le indiscrezioni sulle misure ivi contenute. L’ultima in ordine temporale riguarda il canone Rai che, dal prossimo anno, sarà ridotto dagli attuali 113,50 a 100 euro e via via fino ad arrivare a 80 euro nel 2018. Il canone sarà inoltre agganciato nella bolletta elettrica con 6 rate da 16,66 euro l’una. Alla base c’è il principio “pagare tutti, pagare meno” che ha come obiettivo recuperare il gettito evaso sottratto alla tv nazionale, pari a oltre 450 milioni di euro. O almeno dovrebbe essere questo l’obiettivo.

Dal momento che si scopre, secondo quanto riporta La Stampa, che le somme che verranno recuperate con la mini rivoluzione del canone Rai non finiranno nelle casse di Viale Mazzini. L’articolo de La Stampa scrive: ‘La legge di stabilità, infatti, “consegnata” dal governo ai senatori di Palazzo Madama sancisce che del gettito recuperato dall’evasione del canone Rai nelle casse di viale Mazzini non entrerà nemmeno un euro. Neanche un soldo degli oltre 450milioni stimati dal recupero dell’imposta nelle bolletta elettrica”.

Dove andranno questi soldi? Secondo quanto previsto nella manovra finanziaria 2016, entreranno a far parte di un apposito fondo dello Stato per la riduzione della pressione fiscale.

“In maniera più semplice l’evasione recuperata non sarà utilizzata per finanziare – come peraltro prevede la tassa di scopo – il servizio televisivo pubblico ma per abbattere la pressione fiscale. Un modo, fanno notare all’Usigrai, che rischia di “aumentare ancora di più l’impopolarità della tasse più evasa in Europa”. E già, perché conti alla mano quasi il 30 per cento degli italiani non ha mai pagato il canone televisivo. Sottraendo alla Tv pubblica tra i mille 600 ai mille 170 milioni di euro in cinque anni”, scrive ancora La Stampa, che si chiede anche: ” è possibile finanziare con un tassa la riduzione di un’altra tassa?”

E intanto, sempre in tema Rai, si accende la polemica politica che viene alimentata nelle ultime ore anche dal caso Rai3-Varoufakis.

L’ex ministro delle finanze greco, ospite domenica scorsa nella trasmissione di Raitre “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, sarebbe stato pagato 24.000 euro da viale Mazzini, circa 1.000 euro al minuto. Cifre che riporta lo stesso Varoufakis sul suo blog personale, accusato dal quotidiano inglese Daily Telegraph di avere un cachet da conferenziere di lusso.

E se si scopre che per andare alla Bbc, l’ex ministro greco non avrebbe ricevuto un centesimo e avrebbe per di più viaggiato in classe Economy, nettamente diverso il compenso per andare alla Rai. Ovviamente le critiche dai vari partiti non si sono fatte attendere e la stessa RaiTre risponde in una nota passando la patata bollente direttamente ad Endemol, la società produttrice del programma “che ha la gestione diretta economica degli ospiti all’interno di un plafond complessivo e concordato” -si legge nella nota di Raitre – “e che ha ritenuto evidentemente congruo il compenso richiesto dall’economista”. (ACA)