
Se il Regno Unito dovesse abbandonare l’Unione Europea senza raggiungere un accordo sull’accesso al Mercato unico, nell’anno a partire dal marzo 2019 si verrebbe a creare un buco da 17 miliardi di sterline. E’ questo il valore delle esportazioni che andrebbero “perdute” secondo le stime della Baker McKenzie, società legale internazionale, e della Oxford Economics.
Il settore che risulterebbe più colpito, in un simile scenario di hard Brexit, sarebbe quello automobilistico, con un valore di 7,9 miliardi di sterline in meno ogni anno. A giustificare questa caduta ci sarebbero i prezzi aggravati dai dazi che, una volta avvenuta l’uscita traumatica dall’Ue, sarebbero applicati sui beni britannici da parte dei Paesi Ue (e da quelli che hanno sottoscritto trattati commerciali con l’Ue). Il ritorno dei dazi stimolerà il consumo di beni nazionali, tanto nel Regno Unito, quanto all’interno del Mercato unico. In termini commerciali nessuna delle due parti ci guadagna, ma è il Regno Unito, in proporzione, a subire il peso maggiore degli sviluppi dell’hard Brexit, vedendosi ostacolato l’accesso in una pluralità di Paesi.
Se da un lato è vero che l’economia del Regno Unito importa molti beni dall’Ue, in particolare nel settore automobilistico, dall’altro le economie dei Paesi Ue sono, in proporzione, meno dipendenti dal Regno Unito, di quanto quest’ultimo non lo sia dalla domanda proveniente dall’Ue, ha fatto sapere Ross Denton della Baker McKenzie, in un comunicato.
In quattro settori chiave, automobilistico, consumer, tecnologia e sanitario, il Regno Unito assorbe il 9% delle esportazioni comunitarie, mentre, per il Regno Unito, il mercato Ue è destinazione del 49% delle esportazioni.