Economia

GSS Bond: emissioni in frenata nel primo trimestre 2025

Dopo un 2024 record, il nuovo anno è partito al rallentatore per mercato globale dei cosiddetti GSS Bond (Green, Social e Sustainability Bond). Secondo l’ultimo report di MainStreet Partners, società di advisory per asset manager, family office e wealth manager sui temi della sostenibilità, il primo trimestre 2025 ha mostrato emissioni globali pari a 293 miliardi di dollari, in calo del 25% rispetto allo stesso periodo del 2024. Eppure, all’interno di questo scenario in rallentamento, i Green Bond continuano a distinguersi per solidità, rappresentando il 45% del volume totale, pari a circa 98 miliardi di dollari.

Asia e Medio Oriente in accelerazione, ma l’Europa guida

A livello geografico, da un lato, Europa resta ancora in testa: con oltre 109 miliardi di dollari in obbligazioni emesse nel primo trimestre del 2025, il Vecchio Continente mantiene la leadership, pur accusando un calo dai 150 miliardi rispetto al primo trimestre 2024. Dall’altro, emergono con forza Asia e Medio Oriente, le nuove protagoniste della finanza sostenibile.

Nel Golfo, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita stanno guidando una trasformazione ambiziosa. Le emissioni totali dell’area hanno superato i 45 miliardi di dollari, segnando una netta accelerazione. Non è un caso: in una regione fortemente dipendente dai combustibili fossili, i Green Bond rappresentano un veicolo centrale per finanziare la transizione energetica.

Tra le novità più rilevanti, l’emissione del primo Green Bond in euro da parte dell’Arabia Saudita e quella del governo di Sharjah (UAE), primo ente locale della regione a collocare titoli verdi. Una mossa che riflette l’apertura verso investitori internazionali e una maggiore volontà di trasparenza.

Sul fronte asiatico, la Cina prosegue con la sua strategia ambientale, emettendo un Green Bond da 6 miliardi di yuan (circa 800 milioni di dollari) destinato a progetti climatici e di tutela della biodiversità. A oggi, l’Asia ha superato i 600 miliardi di dollari di emissioni cumulative.

Qualità prima della quantità: sfida ai criteri ESG più stringenti

Il quadro che emerge non è privo di complessità. Secondo il report di MainStreet Partners, oltre il 90% dei Green Bond emessi nel 2025 è allineato ai criteri dell’EU Paris-Aligned Benchmark (PAB), uno dei principali riferimenti europei per valutare la coerenza con gli obiettivi climatici. Tuttavia, solo il 20% dei titoli rispetta i criteri del più rigoroso marchio francese GreenFin, che impone verifiche molto approfondite sull’utilizzo dei fondi.

Questo divario evidenzia una tensione crescente tra la necessità di aumentare la trasparenza e l’effettivo impatto ambientale delle obbligazioni emesse. Un tema cruciale per le strategie d’investimento classificate come “Articolo 9” secondo la normativa europea SFDR, che richiedono un’elevata coerenza ambientale.

EU Green Bond Standard: primi passi promettenti

In questo contesto, prende piede il nuovo European Green Bond Standard (EuGBS), pensato per alzare l’asticella della qualità nel mercato. Nei primi tre mesi del 2025, quattro emittenti hanno ottenuto la certificazione EuGBS. Tra questi, A2A SpA ha collocato il primo Green Bond italiano conforme allo standard, per un valore di 500 milioni di euro, completamente allineato alla Tassonomia UE.

Secondo Pietro Sette, Direttore della Ricerca di MainStreet Partners, il contesto rimane sfidante, ma i Green Bond conservano la loro centralità:

“Nonostante un contesto macroeconomico e normativo complesso, riteniamo che i Green Bond restino lo strumento obbligazionario sostenibile più affidabile. L’allineamento con i benchmark coerenti con l’Accordo di Parigi è generalmente solido ma una quota ancora rilevante del mercato non soddisfa i criteri ambientali più stringenti, come quelli previsti dal label GreenFin o dallo European Green Bond Standard. Questo divario rappresenta una sfida concreta per le strategie classificate come SFDR Articolo 9, che sono sempre più chiamate ad andare oltre le etichette, alla ricerca di un reale impatto ambientale.”